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Italia: la Camera a favore dei respingimenti, il Governo proroga 'stato di emergenza'
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Nella seduta del 24 novembre la Camera dei Deputati ha approvato la mozione della maggioranza sulle iniziative in materia di contrasto dell'"immigrazione clandestina" con particolare riferimento alle operazioni di respingimento: operazioni denunciate da tutte le organizzazioni internazionali come illegali.
La mozione è stata presentata a prima firma Cicchitto (in .pdf) e accettata dal Governo ed è stata approvata dopo un lungo dibattito con 267 sì e 250 no- Con essa la Camera impegna il Governo "a proseguire nell'azione di controllo e regolamentazione dei flussi migratori, al fine di contrastare con determinazione ogni forma di immigrazione clandestina, con lo scopo di attuare politiche attive capaci di contemperare i diritti dei popoli migranti con i diritti dei popoli residenti; a proseguire nella lotta alla criminalità organizzata che regola e gestisce i flussi di immigrati clandestini; a proseguire nell'azione di difesa e garanzia dei necessari livelli di sicurezza nel nostro Paese, contrastando a questo fine l'immigrazione clandestina e promuovendo l'immigrazione legale".
La mozione inoltre impegna il Governo "ad intervenire nei confronti dell'Unione europea affinché si definisca una politica comune di gestione e controllo dei flussi migratori a difesa degli equilibri sociali ed economici delle popolazioni europee ed affinché l'Europa possa diventare la meta di un'immigrazione effettivamente sostenibile, la sola capace di determinare sviluppo e progresso; a proseguire nell'azione di riconsegna alla Libia degli immigrati irregolari, così come delineatasi in questi ultimi mesi, che ha drasticamente ridotto i rischi di tragedie in mare".
Sono state invece respinte le proposte di mozioni presentate dai gruppi di minoranza (PD, IdV e UdC), con le quali si impegnava il Governo "a limitare i respingimenti al rispetto del diritto d'asilo e delle norme nazionali e comunitarie".
Prima delle votazioni - segnala l'Associazione per gli Studi Giuridici sull'Immigrazione (ASGI) - il Sottosegretario di Stato alla Giustizia rappresentante del Governo era intervenuto nella discussione tentando di confutare ogni critica dei gruppi delle opposizioni e delle organizzazioni umanitarie ed internazionali (inclusa la Commissione europea) circa la legalità dei respingimenti, illustrando le norme internazionali applicate e smentendo ogni tipo di violazione.
Circa i rapporti italo-libici il Sottosegretario alla Giustizia ha affermato, tra l'altro, che nel corso delle operazioni di respingimento effettuate dalle unità militari navali italiane verso la Libia "si è sempre agito in conformità del principio del non-refoulement poiché non è stata negata ad alcuno dei clandestini intercettati la possibilità di chiedere asilo, né alcuno tra gli stranieri intercettati e soccorsi, una volta saliti a bordo delle navi italiane, ha manifestato la volontà di chiedere asilo" e che "i responsabili delle forze intervenute hanno riferito che durante l'operazione di soccorso in alto mare, durata in media dieci ore, gli stranieri intercettati non hanno chiesto alcuna forma di protezione internazionale, né fatto sapere di essere perseguitati nel loro Paese. Nessuno straniero intercettato risulta essere stato sottoposto a torture né a pene o trattamenti inumani o degradanti".
Affermarmazioni ripetutamente contestate e smentite nei mesi scorsi dalle associazioni umanitarie, dagli organismi delle Nazioni Unite per i rifugiati e dalla stessa Commissione europea.
Intanto il 'Consiglio italiano per i rifugiati' (CIR) denuncia tre fatti recenti ugualmente gravi che hanno messo a rischio la protezione dei rifugiati in Italia. I fatti riguardano la Questura di Ragusa, il Centro per Richiedenti Asilo di Castelnuovo di Porto (Roma) e i 79 migranti e rifugiati provenienti soprattutto da Eritrea e Nigeria riportati ieri in Libia.
La Questura di Ragusa - riporta il CIR - in data 23 novembre ha diffuso alla stampa i nominativi e le foto di 8 eritrei arrivati a Pozzallo in uno sbarco di circa 200 persone la scorsa fine settimana, mettendo in grave rischio le persone stesse, ma ancor più i loro familiari rimasti nel paese d’origine. "Peraltro non c’era alcuna necessità investigativa di diffondere i dati e le foto perché le persone sono tutte in arresto nel carcere di Modica" - evidenzia il CIR.
Circa il Centro per Richiedenti Asilo di Castelnuovo di Porto nella Provincia di Roma, il 17 novembre una delegazione di autorità turche ha visitato il Centro nonostante al suo interno fossero ospitati circa 30 richiedenti asilo turco-curdi. Infine il 23 mattina sono giunta a Al Zuwara in Libia i circa 79 migranti e rifugiati provenienti da Eritrea, Nigeria e altre nazionalità - tra di loro anche quattro donne incinte e una bambina di due anni - riportati da due motovedette libiche che li hanno intercettati nel fine settimana a circa 50 miglia a Sud di Lampedusa, dopo una segnalazione da parte delle autorità italiane. Le persone a rischio di naufragio dopo 6 giorni in mare avevano infatti richiesto aiuto alle forze italiane.
"Se viene confermato che l’intercettazione è stato resa possibile grazie ad una segnalazione delle autorità italiane sarebbe la prima volta che la politica dei respingimenti viene delegata alle forze navali libiche e fatta operativa in acque non di loro competenza, molto lontano dalle loro acque territoriali e dalla loro zona SAR (Search and Rescue)" - ha commenatato il direttore del CIR Christopher Hein. "Siamo estremamente preoccupati che in queste varie misure la sicurezza di persone che cercano rifugio in Italia sia messa gravemente in pericolo. Chiediamo al Governo di dare istruzioni affinché in ogni caso la riservatezza della procedura d’asilo sia garantita e ribadiamo la nostra contrarietà a questa nuova forma di respingimento in mare che espone rifugiati ad una situazione dove non esiste alcuna garanzia alla loro protezione".
In un ampio commento Fulvio Vassallo Paleologo, denuncia al riguardo che "il Governo italiano continua a violare le convenzioni internazionali ed il diritto di asilo". "Un respingimento delegato alle motovedette libiche, ma al quale hanno certamente partecipato, a livello di tracciamento e individuazione del gommone in rotta verso Lampedusa, anche la Marina Militare italiana, e la Guardia di Finanza, inserite nel sistema unico di coordinamento previsto dal protocollo d’intesa con la Libia richiamato nel Trattato di amicizia del 2008" - sottolinea Paleologo. Si però continua a registrare "un silenzio tombale" da parte dei magiori media sulla questione dei respingimenti nelle acque internazionali del canale di Sicilia e dalle frontiere portuali dell’Adriatico - evidenzia lo studioso.
Infine ieri il Governo italiano ha prorogato fino al 31 dicembre 2010 lo "stato di emergenza" su tutto il territorio nazionale "per fronteggiare l'afflusso di extracomunitari nel territorio nazionale". Si tratta della ventunesima proroga dal 2002 - ricorda ASGI. Ciò consentirà l'emanazione di ordinanze disposte dal Presidente del Consiglio dei Ministri anche in deroga alle norme legislative vigenti, nel rispetto dei principi fondamentali. "Uno strumento straordinario previsto dalla legge del 1992 sulla protezione civile, ma usato illegalmente da 8 anni in modo ordinario per provvedere ad un fenomeno ordinari" - conclude la nota dell'Associazione per gli Studi Giuridici sull'Immigrazione. [GB]