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Italia: da Bagnoli proposte per un'economia diversa
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"Loro a Cernobbio, noi a Bagnoli!". Con questo slogan le reti e i movimenti che propongono alternative alla "globalizzazione neoliberista" si sono riunite a Bagnoli dal 5 al 7 settembre scorsi.
Negli stessi giorni in cui a Cernobbio il mondo dell'economia si dà appuntamento per il consueto meeting annuale per ribadire le ricette neoliberiste, i movimenti, le associazioni, i sindacati, si sono invontrati a Bagnoli per avanzare proposte alternative. Gli organizzatori dell'evento si sono proposti di "delineare e rendere pubblico un altro scenario, fatto di alternative concrete e praticabili di politica economica e di esperienze tangibili dell'economia sociale".
Alla critica delle ricette di Cernobbio si oppongono quindi proposte concrete. Giulio Marcon, coordinatore di Sbilanciamoci, dichiara nel documento finale del Forum: "abbiamo dimostrato che un reddito di inserimento per tutti è possibile e sostenibile finanziariamente, così come un programma di 'piccole opere' per l'ambiente e lo sviluppo locale, un avanzamento degli investimenti in ricerca e formazione, l'utilizzo di indicatori alternativi al Pil per la misurazione del benessere, un rinnovato ruolo dello Stato nell'economia e per la promozione dei diritti".
Più di duecento persone hanno preso parte agli incontri ragionando sui diversi temi "nuovi indicatori sociali", "lavoro, cooperazione, commercio equo", "disarmare l'economia", "finanza e sviluppo" e "diritto allo studio".
"Per loro a Cernobbio è importante privatizzare a più non posso - dice Marcon - per noi è importante mantenere uno spazio pubblico; per loro bisogna precarizzare il lavoro, per noi difendere la Statuto dei lavoratori; per loro ci sono troppe tasse ai redditi alti e alle imprese noi vorremmo che fossero allo stesso livello di Francia e Germania; per loro il sistema pubblico delle pensioni va distrutto, per noi va difeso; per loro non c'è problema a produrre e vendere armi, per noi l'obiettivo è la riduzione delle spese militari".
Tra i temi che hanno suscitato l'attenzione del pubblico e numerose domande, merita una segnalazione quello della responsabilità delle imprese. Come denunciato, tra gli altri da Filippo Mannucci di Mani tese, sono sempre di più le aziende e le banche che cercano oggi i appropriarsi di un linguaggio e di inziative di tipo benefico, ma in realtà si tratta solo di operazione di marketing, come aveva spiegato a Carta anche Fabio Salviato di Banca etica.
A conclusione dei lavori - si legge nel comunicato finale del Forum - la decisione di fondare un osservatorio permanente sul sistema delle imprese, del modello di politica industriale dell'economia, promuovendo un confronto con gli imprenditori.
Fonti: Sbilanciamoci, Carta.