Italia: Dpef, critici il Terzo settore, Ong e sindacati

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Ieri sera il Consiglio dei ministri ha varato il Dpef, documento di programmazione economica e finanziaria per gli anni 2005-2008 e ha delineato la finanziaria di quest'anno è una una manovra da 24 miliardi di euro: 17 da misure strutturali e 7 da una tantum. Una manovra che dovrebbe servire a portare il deficit sotto la soglia del 3 per cento, precisamente al 2,7 per cento nel 2005, mentre prevede che l'indebitamento continuerà a calare progressivamente negli anni seguenti e un'inflazione programmata all'1,6 per cento nel 2005, dato già contestato dai sindacati.

"Non è affatto avviata una nuova stagione di concertazione con le parti sociali: l'unica novità apportata dal neo-ministro Siniscalco è che finalmente conosciamo la reale, catastrofica situazione dei conti pubblici del nostro paese" - commenta il Forum del Terzo Settore che ha promosso un incontro con l'Associazione delle ONG italiane. "Il Dpef che ci è stato presentato - ha dichiarato Edoardo Patriarca, portavoce del Forum del Terzo Settore - era ancora senza numeri, ed è stato tratteggiato solo nelle sue linee generali. Noi abbiamo fatto delle richieste precise (vedi documento), sui molti temi che riteniamo fondamentali per la tenuta sociale del nostro Paese. Sono richieste responsabili, che facciamo ben consapevoli dell'attuale situazione di crisi economica". "Il sociale è la struttura portante del nostro Paese e anche i fondi per il welfare vanno considerati investimenti poiché laddove c'è una società civile valida ci sono sviluppo economico e competitività internazionale" - ha continuato Patriarca che ha concluso sottolineando che per difendere e promuovere il welfare il Forum intende dare avvio a settembre ad una coalizione con i sindacati e gli enti locali e promuovere una forte mobilitazione a novembre.

"Siamo ancora una volta obbligati a parlare di Dpef ed a fare proposte concrete senza alcun numero su cui poter ragionare - ha affermato Sergio Marelli, presidente dell'Associazione delle ONG italiane - perché questo Governo non li ha mai presentati. Ma i segnali che abbiamo rispetto ai fondi per la cooperazione internazionale sono preoccupanti: entro il 2005 non raggiungeremo affatto, come più volte annunciato e sottoscritto dal nostro Governo anche in recenti Summit mondiali, lo 0,27% del PIL per l'aiuto allo sviluppo, dal momento che ancora oggi siamo fermi allo 0,16%. Siamo quindi anche noi pronti a mobilitarci per la promozione di uno sviluppo economico e sociale delle popolazioni dei Sud del mondo". Va ricordato che nei giorni scorsi l'Associazione delle ONG italiane ha presentato un documento con le richieste per la Finanziaria 2005. A fronte della "reiterata pratica di non consultazione con le parti sociali in occasione di questo DPEF - aveva dichiarato il Presidente dell'Associazione Sergio Marelli - le ONG italiane avanzano al Governo una richiesta pressante perché la finanziaria 2005 non sia la prossima mossa con cui abbandonare milioni di poveri ai loro destini".

"Finanze ridotte al disastro, una politica economica sbagliata, tre anni di 'tremontismo' buttati al vento". Cgil, Cisl e Uil bocciano decisamente il Dpef, presentato nei giorni scorsi dal governo alle parti sociali, annunciando un "autunno caldo", soprattutto se la prossima manovra da 24 miliardi di euro dovesse contenere tagli allo stato sociale. Difficoltà si annunciano anche sull'inflazione programmata: "il ministro Siniscalco non ha preso su questo alcun impegno, mentre i sindacati chiedono una quota che sia il più vicina possibile a quella reale" - nota il comunicato.
"Il tasso all'1,6 per cento indicato nel Dpef è un obiettivo velleitario" - dice la segretaria confederale della Cgil, Marigia Maulucci. Secondo la sindacalista, "aumentano così le ragioni e le misure da contrastare con iniziative che saranno decise a settembre. Il governo ha trasformato la politica dei redditi in una politica di contrazione delle retribuzioni". Sul piede di guerra anche i metalmeccanici della Cgil, il cui contratto di categoria scade a dicembre: "Il governo - dice il segretario confederale della Fiom Giorgio Cremaschi - può scrivere qualsiasi numero vuole sul Dpef, noi non ne terremo alcun conto per il prossimo biennio contrattuale" - riporta Rassegna, la ressegna online del lavoro, di politica ed economia sociale.

La segretaria confederale della Cgil, Marigia Maulucci, offre sempre su rassegna il commento della Cgil sul Dpef. "Le nostre preoccupazioni della vigilia sono diventate esplicita contrarietà di fronte alla quantità e alla qualità della manovra prevista. (...) La terapia aggressiva che abbiamo ragione di ritenere si concentrerà contemporaneamente su lavoratori dipendenti e pensionati e sulle imprese, segnatamente del Mezzogiorno. Esattamente il contrario di ciò che servirebbe per imprimere una svolta alla crisi recessiva: la perdita di competitività del nostro apparato produttivo, rispetto ai suoi più diretti competitori europei, è provata persino dalle slides con le quali il nuovo (?) ministro dell'Economia ha aperto l'incontro". [GB]

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