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Italia: Camera rinvia revisione codici militari penali
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Lo scorso 6 aprile si è svolto un sit-in davanti a Montecitorio per fare pressione sui parlamentari che erano chiamati a discutere sulla delega al governo per la revisione dei Codici Penali Militari. Mentre all'esterno erano presenti circa cinquanta persone (tra manifestanti e giornalisti), la discussione alla Camera slittava nuovamente. Il giorno seguente, un onorevole di AN ha chiesto l'inversione dell'ordine del giorno, facendo slittare la discussione sulla delega all'ultimo posto. A causa della crisi di Governo i lavori della Camera sono sospesi (ad eccezione di attività particolarmente urgenti), pertanto la discussione sulla delega al governo per la revisione dei Codici Penali Militari è stata rinviata a data da destinarsi.
"Questa notizia è ovviamente positiva e ci consente un ulteriore lavoro di pressione sui parlamentari" ha commnetato Manuele Messineo - referente della pressione che continua con la valanga di email e la sottoscrizione dell'appello che ha raggiunto più di 2500 adesioni con numerose organizzazioni di livello nazionale e vari enti locali. Il consiglio comunale di Ferrara ha infatti approvato un Ordine del giorno contro la censura preventiva sulla guerra. Analogo testo è stato presentato discusso in consiglio provinciale e la votazione, slittata per mancanza di numero legale, è prevista per la settimana prossima.
L'approvazione della proposta di legge delega provocherebbe in Italia, uno stravolgimento dei fondamentali principi costituzionali tra cui la lesione del diritto all'uguaglianza dei cittadini davanti alla legge e la normalizzazione della guerra come strumento di risoluzione dei conflitti, in violazione all'art. 11 della Costituzione. A questo si aggiungerebbe la sottrazione al Parlamento della funzione sancita dall'art. 78 della Costituzione, relativa alla delibera dello stato di guerra, a tutto vantaggio dell'Esecutivo che attraverso decreto potrà dichiarare il "tempo di guerra". Tra le varie conseguenze questa riforma renderà impossibile esercitare il diritto di informazione in "tempo di guerra" provocando quindi una lesione del diritto ad essere informati da parte dei cittadini italiani.[AT]
Fonti: Ostinati perl Pace