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Israele-Palestina: 36 anni di occupazione
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Ricorre il 5 giugno la Giornata Internazionale di azione per la giustizia in Palestina.
36 anni fa Israele occupava la West Bank e Gaza; oggi numerose organizzazioni pacifiste internazionali chiedono che finiscano le violenze nei confronti della comunità palestinese poichè - sostengono - non ci può essere pace e sicurezza nel Medio Oriente senza giustizia per il popolo palestinese.
Gli organizzatori della giornata chiedono al governo israeliano che cessi la distruzione delle case, la confisca delle terre e la costruzione del muro di separazione. Viene sollecitato anche il rispetto per gli osservatori internazionali.
Una tra le associazioni promotrici dell'evento il Movimento per la Solidarietà Internazionale (Ism) in questi ultimi tempi ha patito la violenza da parte dell'esercito israeliano: Rachel Corrie, 23 anni, cittadina americana, uccisa il 16 marzo da un bulldozer mentre cercava di impedire la demolizione di una casa, è stata la prima vittima della campagna in corso; ma più recentemente gli uffici e il personale di Ism hanno subito un attacco volto a impedire il prezioso lavoro di protezione della popolazione civile palestinese.
Il 21 maggio scorso il Ministro degli Esteri israeliano Silvan Shalom aveva dichiarato che "molti degli uffici per i diritti umani nella West Bank e nella Striscia di Gaza provvedono a dare rifugio ai terroristi palestinesi". Di qui le pesanti restrizioni imposte da Israele agli operatori per i diritti umani e la richiesta agli stranieri che entrano a Gaza di firmare una dichiarazione che assolve Israele da ogni responsabilità nel caso in cui vengano feriti o uccisi.
"Come si farà a sapere se staranno avvenendo omicidi con ancor maggiore intensità, la messa alla fame o rifiuto di cure mediche all'intera popolazione, o espulsioni di massa? Che succederà, allora, ai Palestinesi?" Questa la domanda che si pongono ora gli operatori di Ism.
Intanto l'Organizzazione per i diritti umani Human Rights Watch chiede che il vertice di Aqaba riconosca che "ogni serio sforzo per la risoluzione di un conflitto ha fondamento nel rispetto dei diritti umani (...) ma purtoppo al momento sembra manchi questa volontà poichè dalla formulazione della Road Map all'inizio di maggio sono già oltre cinquanta gli israeliani e palestinesi uccisi, l'accesso alla striscia di Gaza è stato interdetto alle organizzazioni umanitarie e Israele sta continuando nell'opera di costruzione del muro che limita le libertà dei palestinesi".
Nella consapevolezza che "alla gestione militare di una crisi deve essere affiancata quella civile", molto importante è stata in Medio Oriente l'azione di monitoraggio dei Corpi civili di pace che non può essere ora interrotta. In vista del semestre di presidenza italiana all'Unione Europea le organizzazioni non governative italiane che si occupano di prevenzione dei conflitti organizzano a Bologna dal 6 all'8 giugno un Forum che si interrogherà appunto sul tema: "Verso i corpi civili di pace. Per una politica europea non armata".
Fonti: End The Occupation, Znet, Amnesty International , HRW, Corpi civili di pace;