Iraq: le missioni del Tavolo e la guerra non militare

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Le missioni in Iraq di quasi tutte le Organizzazioni del "Tavolo solidarietà all'Iraq" si stanno concludendo, ma sono rimaste nel paese le persone impegnate sui singoli progetti già avviati. In un resoconto di una volontaria di "Un Ponte per" viene ricordato come "con la conclusione della guerra militare si e' aperta un'altra fase, che se meno visibile, e' ugualmente dolorosa e difficile da sopportare".

16 maggio 2003 - Baghdad

Con la conclusione della guerra militare si e' aperta un'altra fase, che se meno visibile, e' ugualmente dolorosa e difficile da sopportare.

Giorno per giorno, si stanno diffondendo sentimenti di malcontento e di totale sfiducia nei confronti delle forze occupanti, soprattutto verso gli americani. Baghdad non e' piu' una citta' tranquilla, e la gente continua a sentirsi insicura e soprattutto abbandonata. Sempre piu' spesso la gente ti dice: "ci avevano promesso la liberta', ma dove e' questa liberta' se non possiamo uscire di casa di sera e se dobbiamo stare attenti alle nostre famglie?". A partire dalle otto di sera, anche se non ufficialmente stabilito, e' stato ripristinato il coprifuoco.

Di sera per le strade della citta', la gente si sente piu' vulnerabile e piu' esposta a pericoli, quali sparatoie, aggressioni e saccheggi. Inoltre, sembra che si siano verificati episodi di rapimento di bambine. Non si conoscono le fonti, e non si riesce a stabilire la veridicita' della notizia, che comunque sortisce un effetto negativo sulla gente alimentando dei sentimenti di paura.

Per questi stessi motivi, i genitori non se la sentono di mandare i propri figli a scuola e le classi sono quasi semivuote.

La situazione e' aggravata dalla mancanza dei salari e l'aumento allo stesso tempo del costo della vita. I prezzi al mercato locale aumentano e il dinaro subisce una fluttuazione continua. Due giorni fa il dinaro era a 1.450, ieri era sceso a 1.000. Oggi, 16 maggio, al cambio "ufficiale" il dinaro risulta a 900 per 1 dollaro. Ti accorgi subito dell'aumento del costo della vita quando vai a fare la spesa ad un mercato qualunque, e gli stessi prodotti alimentari oggi li paghi praticamente il doppio. Per esempio abbiamo acquistato 6 bottiglie d'acqua al prezzo di 4 (usd) in uno dei tanti negozi di Al-Karrada.

Il prezzo della benzina aumenta di giorno in giorno al mercato nero e quella gente che non se la puo' permettere (cioe' la maggioranza) e' costretta ad aspettare ore - se non giorni - ad una delle tante chilometriche file che si creano sulla via dei distributori autorizzati.

La gente per le strade si avvicina a te per chiederti denaro o direttamente del cibo. Tutti cercano lavoro nel privato o privatizzano le loro attivita'. Per esempio molti medici che lavorano nelle strutture sanitarie pubbliche si fanno pagare le visite mediche e certe volte anche le stesse medicine che prescrivono ai pazienti.

Fuori da Baghdad, la situazione generale e' migliore e c'è anche meno tensione tra la gente. A Bassora per esempio, ma anche in altre citta' del nord, sono stati ripristinati una serie di servizi pubblici e viene garantita attraverso i vigili (iracheni) la sicurezza per le strade. Inoltre in queste città l'elettricità e le telecomunicazioni sono state ripristinate.

di Simona Torretta, volontaria di "Un Ponte per"

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