Iraq: i feriti italiani e il ritiro delle truppe

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Da domenica 4 aprile si è accesa una battaglia delle milizie di Moqtada al-Sadr, ayatollah sciita radicale, contro gli eserciti occupanti. Secondo i dati forniti dalla Coalizione, 15 iracheni sarebbero rimasti uccisi e almeno 12 soldati italiani feriti negli scontri, ancora in corso. A scatenare il caos sarebbe stato il tentativo dei militari italiani di sgomberare alcune centinaia di sciiti che occupavano tutti i ponti della citta'. Secondo la prima frammentaria ricostruzione, tre dei soldati sarebbero stati feriti con armi da fuoco, mentre gli altri otto o nove (le cifre sono ancora incerte) avrebbero riportato ferite da taglio e lividure per il corpo a corpo con i rivoltosi. Anche 4 marines USA sarebbero rimasti vittime di un assalto nella provincia di Anbar, nelle vicinanze di Fallujah, mentre conducevano "operazioni di stabilizzazione e sicurezza". E per motivi di sicurezza sono stati sospesi i convogli dell'Agenzia dell'Onu per i rifugiati (UNHCR) che dall'Iran raggiungono, con frequenza settimanale, il sud irakeno.

Questa rivolta violenta nasce dalla decisione di sospensione per 60 giorni del settimanale al-Hawza e dal mandato di cattura nei confronti dell'ayatollah sciita Moqtada al-Sadrc - ordinata da Paul Bremer, capo dell' amministrazione civile in Iraq, perchè avrebbe ucciso lo scorso aprile il suo diretto rivale, Abdel Majid al-Khoei, nei giorni immediatamente precedenti alla caduta del regime di Saddam. Ora si rischia una spaccatura tra gli sciiti moderati e i più estremisti che si trovano gia delusi dal testo della Costituzione transitoria votata l'8 marzo 2004 e reclamano le elezioni per l'autodeterminazione del popolo iracheno. I vertici dello sciitismo iracheno hanno organizzato una raccolta di firme per chiedere la revisione del documento. Hanno già raccolto migliaia di firme solo nei quartieri sciiti di Baghdad, quindi non nel sud dove sono la maggioranza.

Intanto domani alla Camera dei Deputati si discuterà la proposta avanzata dalla Tavola della pace di inserire l'articolo 11 della Costituzione italiana nel testo della Costituzione europea. Una proposta che è stata al centro della Marcia per la pace Perugia-Assisi dello scorso 12 ottobre 2003 e richiamata nella grande manifestazione per la pace del 20 marzo scorso a Roma che chiedeva il ritiro dei soldati dall'Iraq. "La tragica escalation della guerra in Iraq dimostrano ancora una volta quanto sia stata grave la decisione di scatenare la guerra contro l'Iraq e di inviare le truppe italiane a sostegno dell'occupazione - ha commentato Flavio Lotti coordinatore della Tavola della Pace che continua chiedendo che il Parlamento italiano "ritiri subito le nostre truppe dall'Iraq, investa tutto sull⹀Onu e porti in Europa quanto i padri fondatori della Repubblica ebbero a scrivere nella nostra Costituzione".

Anche il Comitato fermiamo la guerra esprime una forte preoccupazione per gli scontri armati in cui sono state coinvolte le truppe italiane a Nassirya e sottolinea che con il ritiro delle truppe si potrà rompere ogni forma di sostegno all'occupazione e, in questo modo, rendere possibile una nuova e più ampia assunzione di responsabilità della Comunità Internazionale e delle Nazioni Unite per favorire la riconsegna dell'Iraq agli iracheni.[AT]

Fonti: Tavola della Pace, Peace Reporter, Warnews, Comitato Fermiamo la guerra

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