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Iraq - continua la bonifica degli ordigni inesplosi
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Malgrado la crisi, i team di Intersos continuano la loro opera a fianco della popolazione irachena. Distrutti in 2 settimane più di 1280 ordigni. "I nostri bambini ora possono giocare in sicurezza": queste le parole di un capo villaggio della zona situata sulla riva occidentale dello Shatt el Arab, che riassumono il senso dell'intervento umanitario degli operatori di Intersos impegnati in un progetto di rimozione e distruzione di ordigni inesplosi e munizioni abbandonate nell'Iraq meridionale, finanziato dall'Ufficio per gli Aiuti Umanitari della Commissione Europea (ECHO).
Malgrado il serio deterioramento della situazione in molte parti del Paese, che ha portato molte organizzazioni ad evacuare il proprio personale, i due team di Intersos hanno scelto di continuare il proprio lavoro in favore della popolazione locale, ritenendo esistenti le necessarie condizioni di sicurezza.
Intersos è in questo momento l'unica organizzazione di sminamento presente nella zona, cosa che, insieme al valore umanitario dell'opera svolta, ha guadagnato agli operatori crescenti riconoscimenti da parte della popolazione.
Le due squadre hanno ultimamente ripreso a lavorare a pieno ritmo dopo un breve periodo di parziale interruzione delle attività dovuto a motivi di sicurezza. Anche durante questo periodo è stato comunque mantenuto un costante contatto con le comunità locali attraverso la ricognizione di aree a rischio e programmi di sensibilizzazione, anche per mezzo della stampa locale e attraverso la trasmissione di uno spot televisivo riguardante le attività dei team.
In questo momento i team sono attivi lungo la sponda orientale dello Shatt el Arab, nelle vicinanze della cittadina di An Nawah, 20.000 abitanti per lo più dediti all'agricoltura ed all'allevamento. Le operazioni si svolgono in una fascia lunga circa 20 km, con caseggiati e poderi agricoli che costeggiano la strada asfaltata che collega Bassora ad Al Qurnah, ed un'alta concentrazione di ex caserme, per lo più della contraerea.
All'arrivo nella zona, gli operatori hanno condotto interviste con i rappresentanti della comunità e con il locale comando della polizia irachena, che hanno segnalato una serie di siti risultati poi, nelle parole di uno degli operatori, "di notevole impatto sociale per la ripresa della vita quotidiana degli abitanti della zona, in quanto molti [ordigni inesplosi e pezzi di munizionamento abbandonato] sono a ridosso di abitazioni civili". Intorno ad una singola abitazione, per esempio, sono stati trovati e distrutti ben 129 ordigni.
Il pericolo rappresentato dalle munizioni abbandonate, presenti massicciamente nella zona, è evidenziato dai numerosi incidenti che, pur non raggiungendo la ribalta internazionale, continuano a verificarsi con frequenza praticamente settimanale in prossimità degli arsenali abbandonati. A inizio settembre, per esempio, un'esplosione ha ucciso quattro persone che stavano armeggiando in un deposito di armi, probabilmente per rimuovere il rame contenuto nelle spolette. Un'attività ad altissimo rischio, resa però appetibile dal valore di mercato di questo materiale in un contesto fortemente impoverito.
Per quanto impressionante, il numero degli ordigni rimossi (4.100 solo nelle ultime due settimane di settembre) e distrutti (più di 1.280 nello stesso periodo), non è l'indicatore più importante con cui valutare l'impatto dell'intervento.
"Siamo più proiettati verso task più piccoli ma più paganti e utili alla gente," riferiscono gli operatori nelle loro relazioni settimanali. Le priorità vengono infatti stabilite sulla base di criteri di carattere sociale ed umanitario, scegliendo interventi che possano avere un impatto immediato sulla qualità della vita degli abitanti della zona, e raggiungendo risultati quali quello riportato in una recente relazione di uno dei team: "immediatamente intorno alle case non c'è più nulla di pericoloso, gli ordigni che potevano essere spostati sono stati prelevati, e quelli che non si potevano spostare li abbiamo distrutti." Un piccolo ma importante passo perché questo martoriato angolo dell'Iraq possa tornare a vivere.
Le operazioni si svolgono in coordinamento con l'agenzia delle Nazioni Unite specializzata in materia di mine (UNMAS United Nations Mine Action Service). Il progetto di bonifica, finanziato dall'Ufficio per gli Aiuti Umanitari della Commissione Europea (ECHO), è sostenuto anche dalla Campagna Italiana Contro le Mine.
Fonte: Campagna Italiana Mine
COME CONTRIBUIRE
Ogni ordigno rimosso può significare una o più vite salvate. Tutti possiamo fare qualcosa per raggiungere questo risultato importante. Basta 1? per contribuire a bonificare 1 mq di terreno. Le donazioni possono essere fatte sul:
Conto Corrente Postale N° 29494036
intestato a: Campagna italiana contro le mine
Via Nizza 154 -00198 Roma
oppure tramite:
Conto corrente bancario N° 509050 Banca Etica
ABI 05018 CAB 12100 intestato a: Campagna italiana Contro le Mine - onlus
Via Nizza 154 -00198 Roma CAUSALE: EMERGENZA IRAQ