Iraq: contingente militare giapponese sostituirà forze Usa?

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Anche militari giapponesi saranno presto al fianco di USA e loro alleati in Iraq. E' stato stabilito nei giorni scorsi da una legge già approvata alla Camera e che mercoledi arriverà al Senato che prevede l'invio di un contingente di mille uomini del Self Defence Force nipponico ufficialmente per assicurare la sicurezza degli aiuti umanitari. Ma gli Usa chiedono che i militari giapponesi siano stanziati a Balad nel triangolo dove le forze Usa hanno subito attacchi. Critiche dell'opposizione all'invio di truppe alle quali si associano le ONG giapponesi che già operano in Iraq.

Supporto logistico ai contingenti alleati in Iraq e sostegno all'opera di ricostruzione nel Paese. E' questo il ruolo che dovrebbero ricoprire i militari giapponesi in Iraq, secondo quanto definito in una legge votata nei giorni scorsi. Verranno, secondo quanto affermato dal governo, dislocati in luoghi di non-combattimento. Ma tempi e modalità della missione non sono stati ancora definiti. L'approvazione della legge ha inoltre fatto riemergere il dibattito sulla creazione, all'interno delle Forze di Autodifesa Giapponesi (SDF), di un contingente specializzato in operazioni di peacekeeping, che possa essere utilizzato senza la previa approvazione di una legge ad hoc, come è il caso della missione in Iraq.

Intanto, l'agenzia di stampa Kyodo News rivela che gli Usa stanno facendo pressioni sul governo nipponico affinchè i militari giapponesi siano stanziati a Balad uno dei "punti caldi" del triangolo dove le forze Usa hanno subito attacchi. A fronte delle recenti uccisioni di militari statunitensi, stanno fortemente crescendo negli Usa le proteste sulla Casa Bianca per il ritiro dei militari dall'Iraq.

Accese le critiche alla nuova legge dell'opposizione, in particolare da parte di Ogata Yasuo, parlamentare del Partito comunista giapponese, reduce da una recente missione in Iraq. Quest'ultimo ha sottolineato come la legge sia stata approvata senza un vero dibattito alla Camera su quale sarà il ruolo dei soldati giapponesi, quali le aree di missione e quali le regole d'ingaggio. Si sottolinea inoltre come in Iraq ci sia bisogno di sostengo alla ricostruzione piuttosto che di militari che, paradossalmente, rischierebbero di aumentare l'insicurezza nel paese piuttosto che diminuirla, accentuando la frustrazione degli iracheni.

"L'invio di truppe in Iraq non farebbe che rendere più difficile la ricostruzione pacifica" hanno denunciato numerose ONG giapponesi e gruppi di società civile attivi in Iraq. "Gli uomini in uniforme non possono occuparsi di aiuti umanitari" ha chiarito un rappresentante del Japan International Volunteer Center "stiamo facendo enormi sforzi per costruire una fiducia reciproca basata sulla nostra neutralità non legata a considerazioni militari e politiche e questi potrebbero essere resi vani".

Molti attivisti si sono ritrovati anche in strada per manifestare a favore di queste posizioni. E' accaduto a Tokyo e Osaka lo scorso 2 luglio quando più di 3.000 persone hanno richiesto lo stralcio della legge.

Fonti: Japan Times, Asahi shinbun, Japan Press

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