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Iran, continua la repressione degli studenti
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Rapiti tre rappresentanti del movimento di protesta degli studenti. Il fatto è stato criticato da parte del maggior partito riformista del paese. Ritorna la calma ma la tensione resta. Intanto Peacelink invita a sostenere le manifestazioni degli studenti senza cadere nella tentazione di dettare cosa debba essere fatto.
Nella mattinata del 9 luglio, data dell'anniversario delle proteste studentesche del 1999, sono stati arrestati o forse è meglio dire rapiti 3 rappresentanti degli studenti durante una conferenza stampa indetta per annullare le manifestazione previste per la giornata. Nella conferenza stampa annunciavano di volersi rivolgere direttamente alle Nazioni Unite per denunciare il "capitolo oscuro" della storia dell'Iran in cui ogni voce critica subisce un "apartheid politico e sociale" e in cui la linea politica riformista del Capo dello stato (Khatami) si è dimostrata inefficace.
Non è chiaro chi li abbia presi, quale agenzia legata a quale settore del regime e dove sono trattenuti al momento. Molto significativa però la reazione, del Fronte della Partecipazione (Moshakerat), guidato da Reza Khatami, fratello dell'attuale presidente della Repubblica iraniana Mohammad Khatami. Il maggior partito riformista del paese ha protestato ufficialmente contro l'arresto dei tre attivisti.
In serata una folla si è raggruppata di fronte all'Università Statale sino all'arrivo di alcuni gruppi di miliziani islamici, sorta di polizia parallela che risponde alle istituzioni più conservatrici del Repubblica islamica iraniana, che l'hanno dispersa con la violenza che ha caratterizzato gli scontri avvenuti il mese scorso.
A tal proposito una voce ricorrente a Teheran sostiene che quelle notti di giugno sono state un complotto dei conservatori, che così avrebbero avuto il pretesto per effettuare "arresti preventivi" degli attivisti ed evitare così le manifestazioni previste per il 9 di luglio. Gli studenti comunque non si danno per vinti e dichiarano che le manifestazioni non sono state abolite ma solo rimandate alla ripresa dell'anno accademico a settembre.
Intanto Peacelink riprende Infopalestina ed in particolare l'analisi di quest'ultima sulla natura delle manifestazioni in atto in Iran. "Gli studenti iraniani, che hanno subito la violenta repressione dal loro governo, non si fidano di politici che dettano le ricette politiche. Rivendicano la loro libertà da chiunque voglia decidere il loro futuro. Un appoggio dalle organizzazioni non governative - e quindi del movimento internazionale per la giustizia e la pace - solidificherebbe la loro posizione, darebbe loro la forza di andare avanti". Viene aggiunto però l'invito a non dire cosa debbano fare ma a "difendere il loro diritto di esprimere le loro opinioni, le loro idee, le loro rivendicazioni, il loro diritto di costruire un mondo diverso".
Fonti: Il Manifesto, Misna, Peacelink;