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Iran: appelli contro la lapidazione e per scarcerare un attivista
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Amnesty International ha diffuso oggi un appello online per chiedere alle autorità iraniane di fermare la condanna a morte per lapidazione di Mokarrameh Ebrahimi, una donna iraniana di 43 anni, colpevole - secondo la Corte criminale della città di Takestan - di aver commesso adulterio. Il 5 luglio scorso è stato lapidato Ja'far Kiani, condannato per adulterio nello stesso caso. Secondo l'articolo 83 del Codice penale iraniano, la lapidazione è prevista per l'adulterio commesso da un uomo sposato o da una donna sposata.
Inizialmente, la data dell'esecuzione era stata fissata per il 21 giugno scorso, dopo che un appello alla Commissione giudiziaria per l'amnistia e la clemenza, era stato respinto. La lapidazione sarebbe dovuta avvenire nel cimitero di Behesht-e Zahra, a Takestan, in presenza del giudice della Corte criminale che li aveva condannati a morte. Dopo la denuncia del caso da parte degli attivisti iraniani di Stop Stoning Forever e in seguito alla mobilitazione nazionale e internazionale di diverse organizzazioni, inclusa Amnesty International, il 20 giugno scorso il Presidente dell'autorità giudiziaria, l'Ayatollah Shahroudi, ha ordinato alle autorità giudiziarie locali di bloccare temporaneamente l'esecuzione della sentenza. Mokarrameh Ebrahimi rischia di essere lapidata in ogni momento: la donna è rinchiusa nella prigione di Choubin, provincia di Qazvin da circa 11 anni e con lei ci sono i due figli, di cui uno di 11 anni, avuto dalla relazione con Ja'far Kiani.
Intanto l'Associazione per i Popoli Minacciati (APM) ha chiesto al governo iraniano l'immediata liberazione dell'attivista per i diritti umani Mohammed Sadiq Kabudvand, presidente dell'Organizzazione per la Difesa dei Diritti Umnai in Kurdistan. L'attivista è stato prelevato da forze di sicurezza iraniane dal suo ufficio a Teheran: dopo la perquisizione dell'ufficio e dell'abitazione privata e la confisca di 3 computer, oltre 100 libri, documenti personali, CD e foto di famiglia, Kabudvand sarebbe stato trasferito al carcere di Evin. Secondo le informazioni ricevute dall'APM, le autorità iraniane non avrebbero avuto alcun motivo plausibile per arrestare l'attivista per i diritti umani: Mohammed Sadiq Kabudvand sarebbe infatti impegnato in modo pacifico per il rispetto dei diritti civili in Iran. L'APM si è rivolta ai massimi leader iraniani, l'Ayatollah Sayed Ali Khamenei, l'Ayatollah Mahmoud e il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad per chiedere l'immediata liberazione dell'attivista.
In Iran vivono oltre ai Persiani anche Azeri, Kurdi, Arabi, Beluci, Turkmeni, Assiro-Aramei e altre piccole minoranze etniche e religiose. Le diverse nazionalità non-persiane costituiscono più della metà della popolazione iraniana, ma non sono riconosciute come popoli autonomi con una propria lingua, cultura e storia e vengono volutamente definiti solo "gruppi etnici" e discriminati - nota APM. Le regioni kurde dell'Iran includono le quattro province di Kermanshah, Ilam, Azerbaijan occidentale e Kurdistan, con una popolazione di circa 10 milioni di persone. La quasi totalità dei Kurdi in Iran è di religione musulmana e i partiti politici kurdi dell'Iran lavorano per il rispetto dei diritti umani, la democrazia e l'autodeterminazione regionale dei Kurdi in un Iran federale.