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Internet: sotto sorveglianza
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L'organizzazione internazionale Reporter senza frontiere presenta il rapporto 2003 dal titolo "Internet sotto sorveglianza" sugli ostacoli alla libera diffusione delle informazioni in rete.
Vinton G. Cerf tra i "padri" di Internet sostiene nella prefazione al Rapporto "Internet è uno dei veicoli più validi per la difesa della libertà, poiché offre la verità a chi vuole vederla e intenderla. Non è quindi sorprendente che alcuni governi e organismi dimostrino di temere Internet e la sua capacità di diffondere la verità".
Affrontando la situazione di Internet in 60 diversi paesi nel periodo temporale che va dalla primavera 2001 alla primavera 2003 il documento evidenzia come ad una crescita folgorante della rete si accompagna un altrettanto notevole sforzo di controllo, di censura e di repressione proporzionale alla dinamica espansiva che ha caratterizzato lo sviluppo del Net.
Vinton G. Cerf sostiene che "quest'epoca di informazione gli internauti hanno una grande responsabilità: essi devono difendersi dalla censura e neutralizzare l'infornazione sbagliata, ... il libero flusso di informazioni ha un prezzo e gli internauti responsabili se lo devono assumere pagando le conseguenze".
Dalle Filippine allo Zimbabwe sono davvero molte le persone nel mondo che si sono caricate di questa reaponsabilità. "In totale - riporta Reporters senza frontiere - al 13 giugno 2003, risultano essere oltre una cinquantina gli internauti prigionieri nelle varie carceri del mondo, di cui almeno tre quarti sono detenuti in Cina".
Se i regimi autoritari censurano Internet per impedire la libera circolazione di idee e informazioni, anche in molti paesi democratici l'adozione delle leggi antiterrorismo dopo l'11 settembre ha prodotto un controllo delle autorità sulla rete mettendo in pericolo il principio della protezione delle fonti giornalistiche.
L'Italia figura nel rapporto per le limitazioni conseguenti alle leggi antiterrosmo e la direttiva comunitaria 2002/58/CE che intervenire sulle libertà digitali.