Indonesia: offensiva nell'Aceh con armi Usa

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Scuole date alle fiamme e decine di indipendentisti uccisi o catturati e oltre 23.000 fuggitivi. E' questo drammatico bilancio della cruenta offensiva iniziata lunedì scorso dall'esercito indonesiano contro la provincia dell'Aceh a seguito del fallimento dei negoziati di Tokyo tra governo indonesiano e il movimento indipendentista Free Aceh Movement (GAM).

L'esercito afferma di aver ucciso almeno 12 indipendentisti e di averne arrestati altre decine nel corso degli ultimi giorni e si ripropone di eliminare fino all'ultimo dei ribelli indipendentisti - stimati in 5.000-10.000 unità. Dal canto loro i guerriglieri si sono ripromessi di ampliare il conflitto, contando anche sul crescente appoggio della popolazione civile. Nella zona sono stati stanziati 40.000 soldati indonesiani per controllare una popolazione di 4,3 milioni di abitanti.

Gli Stati Uniti e i Paesi vicini come l'Australia e altre nazioni della zona hanno tuttavia lanciato un appello perché riprendano al più presto i negoziati di pace che sono stati prematuramente interrotti dopo un tentativo di cessate il fuoco iniziato lo scorso febbraio.

Malgrado i patti sottoscritti i ribelli, che dicono di non fidarsi di Giakarata, non hanno ritenuto sufficiente la promessa di un referendum per l'autonomia amministrativa di Aceh da tenersi nel 2004 né la garanzia che il 70 per cento degli introiti derivanti dallo sfruttamento dei giacimenti di gas e petrolio nel territorio venisse reinvestito in loco. L'obiettivo finale è tornato ad essere l'indipendenza, un'opzione che Giakarta non vuole e non può concedere per non dare appigli anche altre rivendicazioni indipendentiste come quella in atto a Papua, all'estremo opposto dell'arcipelago indonesiano.

Numerose organizzazioni umanitarie internazionali tra cui Human Right Watch ed Amnesty International si appellano sia ai militari indonesiani che ai ribelli indipendentisti perché rispettino i diritti umani dei civili e dei non combattenti.

Intanto la Rete delle associazioni per i diritti umani indonesiana ha manifestato di fronte all'ambasciata indonesiana a Washington per protestare contro la fornitura di materiale bellico americano all'esercito indonesiano. Gli Stati Uniti avevano bloccato ogni assistenza militare e vendita di armi all'Indonesia dal 1999, ma dopo l'11 settembre, l'Indonesia, paese a maggioranza musulmana, è diventato alleato chiave nella guerra di Washington contro il terrorismo islamico. Di conseguenza le forniture di armi americane sono ricominciate e si sono intensificate.

Fonti:Radio Netherlands;

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