India: premiata la lotta di due attiviste di Bhopal

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Due donne sopravvissute al disastro di Bhopal, in India centrale, sono tra i vincitori del "Goldman environmental prize", riservato ai cittadini impegnati in battaglie ecologiche. Rashida Bee e Champa Devi Shukla lottano da vent'anni perché la multinazionale Union Carbide paghi le cure mediche alle migliaia di persone che tutt'oggi patiscono gli effetti dell'avvelenamento causato dalla nube tossica scaturita il 3 dicembre 1984 dall'impianto per la produzione di pesticidi della multinazionale diffondendosi per centinaia di chilometri quadrati circostanti.

Oltre 8000 persone morirono all'istante, 20mila negli anni successivi e un altro mezzo milione è rimasto intossicato e soffre tutt'oggi di gravi problemi respiratori. Sono tra i 120.000 e i 150.000 le persone che come conseguenza dell'avvelenamento soffrono di malattie croniche come tubercolosi e cancro. Per attirare l'attenzione internazionale sulla tragedia di Bhopal, Bee e Shukla, rispettivamente 52 e 48 anni, decisero di organizzare uno sciopero della fame seguito da attivisti in vari Paesi del mondo. Le loro manifestazioni furono determinanti per costringere il governo indiano ad aprire un'inchiesta penale contro l'allora presidente della Union Carbide, Warren Anderson. Dopo anni di battaglie legali venne stabilito un risarcimento di 470 milioni di dollari, che corrisponde a 500 dollari per ogni sopravvissuto e 2000 dollari per i familiari della vittime.

Le due attiviste evidenziano come cure mediche abbiano costi proibitivi per la quasi totalità dei malati di Bhopal, ai quali ogni anno si aggiungono nuove vittime tra i figli degli intossicati e tra gli abitanti della zona che tuttora non hanno altra acqua che quella delle sorgenti inquinate dal pesticida. Bee e Shukla vogliono riaprire il capitolo dei risarcimenti economici nei confronti della multinazionale Dow Chemical, che nel 1999 acquisì la Union Carbide. Secondo l'organizzazione ambientalista Greenpeace, a 20 anni dalla tragedia ogni mese 10-15 persone muoiono per i danni alla salute conseguenti all'intossicazione. Le due attiviste intendono utilizzare l'ammontare del premio (125.000 dollari) per creare in India un premio per altri attivisti impegnati a proteggere la popolazione dagli abusi delle multinazionali.

Il "Goldman environmental prize" è stato fondato nel 1990 e viene attribuito a un rappresentante per ogni continente. Gli altri vincitori premiati sono: per l'Africa, Rudol Amenga-Etego del Ghana, per aver bloccato un progetto di privatizzazione dell'acqua che ne avrebbe lasciato senza i più poveri; per l'America Latina, Libia Grueso Castelblanco della Colombia, che è riuscita a far restituire 2,4 milioni di ettari di terra ai contadini sfollati dalla guerra civile e dai fautori di politiche di sviluppo aggressive; per l'America settentrionale, Margie Richard, degli Stati Uniti, che ha costretto la compagnia petrolifera Royal Dutch/Shell a pagare per il trasferimento di chi abitava vicino ad un impianto petrolchimico a Norco, Luisiana; e infine per l'Europa, Manan Kochladze, della Georgia, per il suo impegno nella tutela dei diritti delle comunità rurali danneggiate dalla costruzione di un oleodotto. [GB]

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