In ricordo di Antonio Papisca

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“Dobbiamo unire la pace con lo sviluppo, l’interdipendenza dei popoli e la difesa dei diritti economici, sociali, culturali DESC”, é questo il messaggio che mi ha lasciato il professor Antonio Papisca, docente emerito di Relazioni internazionali all’Università di Padova, uno dei pionieri e dei massimi esperti italiani nello studio dei diritti umani, morto improvvisamente all’alba del 16 maggio scorso. Su Unimondo lo abbiamo subito ricordato.

Marco Mascia, attuale direttore del Centro di Ateneo per i diritti umani, lo ricorda così. “Antonio Papisca, Maestro di scienza e di vita, ha dedicato la sua vita all’educazione dei giovani, alla formazione degli insegnanti e alla ricerca scientifica. Uomo delle istituzioni democratiche di grande valore umano e intellettuale. Sapeva unire il rigore scientifico con l’impegno per la costruzione di una società più giusta, equa, solidale e democratica. Come ogni grande Maestro attorno alle sue idee ha costruito una scuola frequentata da studenti, insegnanti, amministratori locali, volontari. Un uomo di fede che ha lottato con la forza dell’amore e della nonviolenza per la pace e i diritti umani sia attraverso l’insegnamento e la ricerca sia attraverso l’impegno civile. Non si risparmiava, andava a parlare nelle scuole, nelle università, nelle parrocchie, nelle associazioni di volontariato, nei consigli comunali ... Ci ha insegnato che i valori non sono un optional, che l'educazione è lo strumento primario per promuovere il rispetto dei diritti umani e la cittadinanza attiva, che il multilateralismo e la democrazia internazionale sono l’unica via per fermare le guerre, che il diritto deve prevalere sulla forza, che la pace è possibile. L’eredità che ci lascia è enorme, la responsabilità altrettanto grande”.

Anche la presidente della Camera Laura Boldrini ha espresso il suo cordoglio: “Ho appreso con grande tristezza la notizia della scomparsa del professor Antonio Papisca, insigne studioso nel campo della protezione internazionale dei diritti umani, della democrazia e della integrazione europea. Promotore di nuovi centri e corsi di insegnamento, ha saputo formare generazioni di studenti e di operatori. Era animato da impegno civile ed entusiasmo – che ho avuto anch’io modo di apprezzare in tante iniziative comuni -, è stato un punto di riferimento fondamentale, in Italia e in Europa, per la promozione di una cultura della pace, della democrazia e dei diritti della persona e dei popoli. Esprimo ai familiari, a nome mio personale e di tutta la Camera dei deputati, il cordoglio più profondo”

Anch’io lo voglio ricordare, pensando ad alcuni incontri avuti in questi ultimi mesi. Lunedi 27 febbraio 2017 sono andato a salutarlo personalmente presso l’Università di Padova in occasione della presentazione di un mio libro che parla del contributo dell’antimafia sociale della nonviolenza alla pace in Colombia. Il professor Papisca esprime la “sua profonda preoccupazione per la situazione in Colombia” e considera che “il riconoscimento da parte delle Nazioni Unite del Diritto alla Pace contribuirebbe in modo importante alla conclusione del conflitto”. Poi martedi 4 aprile 2017 lo incontro velocemente a Roma prima dell’ Inaugurazione del primo Corso di formazione per formatori degli Enti che partecipano alla sperimentazione dei Corpi civili di pace alla Camera dei Deputati.

Antonio Papisca mi spiega che “L’inizio della sperimentazione ufficiale dei Corpi Civili di Pace CCP assume in Italia un rilievo tutto particolare sia perché il nostro Paese può vantare significative esperienze già realizzate dal volontariato e dall’associazionismo, sia perchè il concreto avvio si realizza in una circostanza che vale la pena di sottolineare. Intendo riferirmi all’avvenuta approvazione il 19 dicembre 2016 da parte dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite della Dichiarazione delle Nazioni Unite sul Diritto alla Pace, a conclusione di un aspro confronto iniziato nel 2012 in seno al Consiglio Diritti Umani. Molti paesi dell’Occidente ne hanno fortemente ostacolato l’iter. In questa vicenda, la società civile italiana esercitando ruoli di diplomazia popolare può vantare il merito, insieme con la società civile spagnola, di avere contribuito alla positiva conclusione dell’iter preparatorio, ottenendo anche che l’Italia, quanto meno con l’astensione al momento di votare in Assemblea Generale, si dissociasse dal fronte degli oppositori. Della campagna di ‘people diplomacy’ condotta in Italia da molte associazioni e enti di governo locale e regionale su iniziativa del Centro Diritti Umani e della Cattedra Unesco dell’Università di Padova con la collaborazione del Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani, è fatta menzione nel comunicato finale a firma del Presidente- Rapporteur del Gruppo di lavoro intergovernativo, Ambasciatore Christian Guillermet Fernandez. L’articolo 1 della Dichiarazione recita: “Ognuno ha il diritto a godere la pace in modo che tutti i diritti umani sono promossi e protetti e lo sviluppo è pienamente realizzato”. L’articolo 3 afferma a sua volta che “le organizzazioni internazionali, regionali, nazionali e locali e la società civile sono incoraggiate a supportare e assistere l’implementazione della Dichiarazione”. In un punto dell’ampio preambolo si precisa che “la pace è non soltanto l’assenza di conflitto ma anche richiede un processo partecipativo positivo e dinamico in cui il dialogo è incoraggiato e i conflitti sono risolti in uno spirito di reciproca comprensione e cooperazione e lo sviluppo socioeconomico è assicurato”.

Il lavoro accademico e di lobby del professor Papisca e dalla Cattedra Unesco che coordina, assume un significato particolare sia a livello di diritto alla pace in mezzo al conflitto armato come in Colombia con le violazioni dei diritti umani provocate dalla guerriglia dell’ELN, dagli exparamilitari Bacrim e bande del narcotraffico, ma anche a livello globale. Forse con il diritto alla pace, la missione del professore si era compiuta. Venerdì 18 novembre 2016 a New York alle ore 10.50 (le 16.50 in Italia) durante una riunione del III comitato della 71a sessione dell’Assembla Generale della Nazioni Unite è stata approvata la Dichiarazione sul Diritto Umano alla Pace, con 131 voti a favore, 34 contrari, 19 astenuti (minuto 00:32:00 del video ). Il professor Papisca ne è davvero entusiasta, perde l’aplomb del serio accademico, e mi spiega:”Con questo atto, il ‘diritto a godere la pace’ entra nell’elenco dei diritti fondamentali della persona formalmente riconosciuti dal Diritto internazionale. E’ un ulteriore contributo allo sviluppo di questo Diritto nel momento storico in cui “l’interdipendenza ci obbliga a pensare a un solo mondo, ad un progetto comune” e “urge la presenza di una vera Autorità politica mondiale” (Enciclica Laudato Sì).

Lunedì sera, il giorno prima di morire, era al Centro diritti umani d'Ateneo insieme al suo direttore, collega e amico Marco Mascia, intento a scrivere il codice etico per i corpi civili di pace. Ottantuno anni di entusiasmo ed energia: certamente non lo dimenticheremo.

Cristiano Morsolinesperto di diritti umani in America Latina dove vi risiede dal 2001.

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