www.unimondo.org/Notizie/In-Siria-e-punizione-collettiva-262234
“In Siria è punizione collettiva“
Notizie
Stampa

Foto: Unsplash.com
di Alessandro De Pascale
La Siria è piombata nuovamente nel caos. Nei governatorati di Latakia, Tartus, Hama e Homs sono 803 le vittime accertate causate dei combattimenti tre le forze di sicurezza siriane del nuovo Capo di Stato Ahmed al-Sharaa e le milizie fedeli all’ex presidente deposto Bashar al-Assad, avvenuti tra il 6 e il 10 marzo. Questi i numeri contenuti nella relazione preliminare della Rete Siriana per i Diritti Umani (SNHR), un gruppo di monitoraggio indipendente con sede nel Regno Unito che fornisce i dati delle vittime a varie agenzie delle Nazioni Unite. Nel rapporto è stata documentata l’uccisione di almeno 420 civili e combattenti disarmati, tra cui 39 bambini, 49 donne e 27 membri del personale medico. Presi di mira anche giornalisti e operatori umanitari. La maggior parte delle vittime sono alawiti, una minoranza sciita a cui appartiene la famiglia Assad, che per cinquant’anni ha governato la Siria.
Ne abbiamo parlato con Veronica Bellintani, un’esperta legale che si occupa di diritto internazionale, quindi di ogni questione riguardi crimini di guerra e contro l’umanità. Attualmente è la direttrice del dipartimento legale del Syrian Legal Development Program, un’organizzazione siriana non governativa di diritti umani. Se prima della caduta del regime seguiva le violazioni e i processi a livello internazionale, oggi al centro del suo lavoro ci sono la giustizia e la transizione democratica siriana.
Bellintani, cosa sta succedendo in Siria?
Quelle violazioni mandano un messaggio chiaro: nella società siriana c’è un odio settario tra le diverse comunità, che nasce da 14 anni di violazioni e di atrocità da parte del regime di Assad, che non solo ha distrutto il Paese, ma ha anche lasciato un impatto profondo a livello sociale. A quanto pare, a un certo livello, c’è tuttora un’incapacità di vedere l’altro in modo più umano, non attraverso questa ottica di punizione collettiva, secondo la quale tutti gli alawiti devono pagare per quello che ha fatto Assad e tutti i sunniti per quanto commesso dalle fazioni all’opposizione.
Come definisce la risposta governativa all’attacco delle milizie ancora fedeli ad Assad?
In generale, nei limiti della legge. Ciò nonostante, ci sono stati casi di punizione collettiva da parte di alcune delle fazioni governative. Ovvero punisco qualsiasi alawita in quanto colpevole solo di appartenere a quella minoranza, anche se non affiliato o collegato al regime degli Assad. Abbiamo assistito a diversi casi di violenza settaria in cui a Latakia, Tartus e Hama sono morti tantissimi civili sia alawiti, sia sunniti. Le uccisioni di massa sono purtroppo avvenute da entrambe le parti: da un lato le milizie di Assad (tuttora con grande capacità di manovra), dall’altra alcune forze governative (non ancora tutte allineate)...