In Chiapas in aumento violenze e assassini

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Chiedono una mobilitazione urgente contro la recrudescenza della guerra civile che in diverse zone ha visto i paramilitari bloccare gli accessi, compiere aggressione e assassini. L'organizzazione Enlace civil ha denunciato gli atti di violenza che il 25 agosto hanno tra l'altro portato all'uccisione di un attivista il cui riconoscimento non è stato ancora permesso. Tre indigeni zapatisti uccisi, in soli due giorni, in due diverse imboscate organizzate dai gruppi paramilitari che non solo il governo messicano non ha sciolto, ma su cui vi è il fondato sospetto che l'esercito continui a rifornirli e proteggerli. Secondo la carovana di Ya Basta, tornata di recente in Chiapas per raccogliere le loro testimonianze e denunce, esiste una forte opposizione delle comunità al Plan Puebla Panama e alla forma "autoritaria e falsa in cui vengono introdotti i progetti di presunto sviluppo della selva. Le comunità che appoggiano i progetti del governo sono occupate dal PRI che impone il suo volere mediante i gruppi paramilitari". L'agenzia missionaria Misna ha riportato che nel frattempo si sta verificando il più impressionante spostamento di uomini e mezzi che l'esercito abbia mai effettuato dal dicembre del 2000, anno in cui è salito al governo l'attuale presidente del Messico, Vicente Fox. Il Centro per i Diritti Umani "Fray Pedro Lorenzo de la Nada" ha ricordato che fu lo stesso Fox a promettere, allora, il ritiro di gran parte degli effettivi presenti in Chiapas e la smilitarizzazione di ampie zone di territorio. Segnalazioni di avvistamenti di convogli di mezzi militari, ma anche di lunghe simulazioni di combattimento in corso, arrivano dalle comunità autonome sparse in ogni angolo di questa zona del Chiapas.
Pubblicato il: 29.08.2002 " Fonte: » Enclave Civil, Ya basta, Altroadige, Carta;
" Approfondimenti: » Dossier sul Chiapas, Dossier America Latina;

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