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Immigrazione: politiche inadeguate e nuovi sbarchi
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A quarantotto ore dal naufragio di un peschereccio di immigrati nel canale di Sicilia sono ripresi in maniera massiccia gli sbarchi di immigrati.
Finora il numero di coloro che hanno potuto presentare richiesta di asilo in Sicilia, in prossimità dello sbarco, sembra essere assai basso, pur non essendoci statistiche certe. Il provvedimento di espulsione e il trattenimento nei Cpt (Centri di permanenza temporanea) costituiscono pratiche generalizzate.
In questi giorni si è allungata la lunga lista di sciagure che hanno coinvolto negli ultimi anni gli immigrati diretti verso le coste italiane su imbarcazioni di fortuna. Nel solo mese di giugno sono sbarcate sull'isola di Lampedusa 2.366 persone. Sono tre finora i superstiti della recente "tragedia del mare"; che ha coinvolto un motopeschereccio partito dalla Tunisia con circa 70 persone a bordo, quasi tutte disperse nel canale di Sicilia, 32 miglia a sud di Lampedusa.
A fronte della mancanza di una politica di asilo in Italia prosegue lo sciopero della fame di 32 profughi curdi che dal 12 giugno protestano contro la decisione della Commissione Centrale per il riconoscimento dello status di rifugiato di negare loro l'asilo politico. Provengono da un paese che ha una lunga storia di violenze e persecuzioni, ma per la Commissione il "mutato contesto" è indice di garanzia e sicurezza e dunque sono infondate le richieste di protezione in seguito a timori persecutori.
Il Consorzio Italiano di Solidarietà ha condannato la mancanza di una politica adeguata sull'immigrazione dell'Italia.
I comboniani di Caserta hanno rivolto un appello alle maggiori istituzioni dello Stato affinché intervengano per tutelare la dignità umana dei migranti, titolari di diritti in quanto persone. Dall'inizio di giugno continua la protesta dei comboniani contro le modalità con cui le forze dell'ordine stanno conducendo l'operazione "Alto impatto" nella provincia e in particolare a Castel Volturno. I rastrellamenti eseguiti nella zona, con l'intento di colpire la malavita organizzata, di fatto coinvolgono cittadini stranieri, in particolare africani/e che hanno la sola "colpa" di non avere ancora ottenuto il permesso di soggiorno.
Fonti:Migranews, Meltingpot.