Immigrazione, 151.800 regolari in Veneto

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"I dati più aggiornati sulla presenza di extracomunitari in Veneto sono quelli del dossier Caritas del 2001, che dicono che in Veneto ci sono intonro ai 151.800 immigrati regolari, compresi i minori, a cui si devono aggiungere altre 60.557 domende di regolarizzazione". I dati sono stati diffusi a Civitas, alla Fiera di Padova, nell'ambito della giornata che l'Assessorato all'Immigrazione ha organizzato, con suoni e sapori e animazioni di vari paesi del Mondo. Spiega l' Assessore Regionale alle Politiche Sociali Raffaele Zanon: "Di questi il 43% sono donne, la prima nazionalità presente è quella marocchina, con il 16%, seguita da albanesi, jugoslavi e rumeni. Al quinto posto i ganesi, al sesto i cinesi. Ci troviamo di fronte ad una popolazione policentrica, ma registriamo un costante aumento dell'immigrazione dall'est Europa. La tendenza per il 2003 è che su 10 immigrati 4 saranno europei, 3 africani, 2 asiatici e un americano. Le amministrazioni in generale non sono ancora attrezzate a governare i processi di integrazione. Riteniamo che il Veneto sia sicuramente una delle regioni che può essere in condizioni di supplire a carenze che ci sono, che non sono solo normative, ma anche legate al fatto che il tema dell'integrazione non è stato affrontato sufficientemente a livello nazionale. Anche attraverso Civitas abbiamo fatto una mappatura dei soggetti che operano nel privato sociale in regione, prima parte del progetto per la creazione di una Rete per l'Immigrazione. Qui abbiamo incontrato associazioni di immigrati. Ora la Regione ha come obiettivo la facilitazione del reperimento di alloggi, a cui sono stati destinati oltre 4 milioni di euro, la formazione, con 850.000 euro, l'educazione, principalmente verso l'apprendimento della nostra lingua, con 450.000 euro, l'informazione, a cui sono destinati un milione di euro. Sempre sul fronte della integrazione è in progetto anche l'apertura di quella che abbiamo chiamato casa per le culture, luogo di incontro per le associazioni di stranieri, che oggi si sentono pronte ad essere interlocutori diretti con le istituzioni. Quello di cui avvertiamo la mancanza è la presenza di associazioni che si occupano degli immigrati dai paesi dell'est. Pur essendo in presenza di un'immigrazione forte proveniente dall'est, abbiamo una carenza di realtà associative che rappresentino questa nuova immigrazione, che sarà legata anche ai processi di allargamento dell'Unione Europea. Ci sono vuoti da riempire. All'incontro ha partecipato anche il Dirigente delle Risorse Umane dell'Elettrolux Zanussi, Maurizio Castro. L'azienda dà già lavoro a 200 immigrati italo-argentini. "Credo si debba passare da una fase di contrapposizione tra l'assimilazione a tutti i costi e il multuculturalismo giacobino a tutti i costi - ha detto Castro - e invece il pragmatismo giraldino. In altre parole, basta con le quote, ma invece sviluppo di politiche di reperimento là dove ci sono disponibilità di manodopera attraverso una selezione e una prima formazione in loco, e la raccolta di queste energie nel paese di ricezione, cioè l'Italia, avendo preconcordato, secondo schemi di concertazione territoriale, con gli enti locali, con i sindaci, con le associazioni, le opportunità per un radicamento integrato e positivo degli immigrati. Un modello da riproporre non solo dall'Argentina, ma anche ocn approcci un po' meno facile, è ovvio che un immigrato di ritorno è più facile da integrare. Potrei questa volta proporre - ha concluso Castro - agli amici della Regione e del Ministero di sperimentarlo su aree più accidentate".
Padova, 2 maggio 2003

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