Il soffocamento delle università e l’impoverimento del Paese continuano

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Foto: Unsplash.com

In queste settimane, sul tema del finanziamento delle università e della ricerca, assistiamo a un rimpallo di numeri nei comunicati della CRUI (Conferenza dei Rettori delle Università Italiane) e del MUR (Ministero della Università e della Ricerca). Vorremmo provare a fare chiarezza sui numeri e aggiungere alcune considerazioni sugli effetti che la riduzione potrà avere sui nostri atenei ma anche sul paese in generale.

Chiariamo innanzitutto l’argomento del contendere: il cosiddetto FFO, ovvero il Fondo di Finanziamento Ordinario, che è lo strumento principale attraverso il quale lo Stato italiano finanzia le università pubbliche. Questi finanziamenti vengono utilizzati per coprire le spese correnti e per sostenere le attività istituzionali di didattica, ricerca e terza missione. L'FFO è distribuito MUR in base a vari criteri che tengono conto di:

  • dimensione dell'ateneo e numero di studenti iscritti;
  • qualità della ricerca e della didattica (valutata da enti come l’Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca (ANVUR);
  • risultati ottenuti in termini di efficienza gestionale e occupabilità dei laureati.

Negli ultimi anni, una parte crescente dell'FFO è stata legata a criteri di merito e performance, con l’obiettivo dichiarato di incentivare il miglioramento della qualità dell’offerta formativa e della ricerca accademica. Le principali componenti dell’FFO sono:

  1. Quota Base: la parte principale del fondo, assegnata in base ai costi standard per studente, che tengono conto della tipologia dei corsi di studio e del numero di iscritti. Questa include una componente storica, cioè una percentuale calcolata sulla base dei finanziamenti precedenti.
  2. Quota Premiale: la parte del fondo destinata a incentivare la qualità e il merito. La distribuzione di questa quota dipende dai risultati delle università in base a: a) Valutazione della qualità della ricerca (VQR): punteggi assegnati dall'ANVUR sulla base della produttività e qualità della ricerca; b) Performance didattica: basata su indicatori come la percentuale di laureati nei tempi previsti e la loro occupabilità post-laurea; c) Risultati della Terza missione: attività di trasferimento tecnologico, collaborazione con il territorio e iniziative di impatto culturale e sociale.
  3. Quota perequativa: è pensata a compensare le disuguaglianze territoriali e a garantire un equilibrio nella distribuzione dei fondi tra università situate in aree con diversi livelli di sviluppo economico e sociale. Fino al 2023 era previsto che per nessuna università il taglio poteva essere superiore al 2%, da quest’anno non può essere superiore al 4%.
  4. Quota di sostegno per specifiche finalità: destinata a progetti o iniziative specifiche, come il sostegno agli atenei con difficoltà economiche, il potenziamento di strutture di ricerca o la promozione di programmi di internazionalizzazione e mobilità.
  5. Quota per edilizia e infrastrutture: destinata a interventi di manutenzione e sviluppo delle strutture universitarie, inclusi edifici, laboratori e infrastrutture tecnologiche.
  6. Quota per il diritto allo studio: include fondi destinati a borse di studio, servizi agli studenti e altre iniziative volte a garantire l'accesso e il completamento degli studi universitari anche agli studenti in condizioni economiche svantaggiate.
  7. Quota per la ricerca: destinata a progetti di ricerca specifici o a sostenere i dottorati di ricerca, con una particolare attenzione ai settori strategici e innovativi.
Segue su Scienzainrete.it

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