Il servizio civile nella Costituzione UE

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Il Centro Studi Difesa Civile con un numerose cartello di associazioni e reti promuove un appello al Presidente della Repubblica italiana affinchè il valore del servizio civile trovi adeguato spazio nella Convenzione dell'Unione Europea.

Lettera aperta al Presidente della Repubblica

Signor Presidente della Repubblica,
il valore del servizio civile nella costruzione di un mondo di pace è stato efficacemente e solennemente da Lei richiamato nelle celebrazioni del 2 giugno. Si offre oggi al nostro Paese una straordinaria occasione perché questa convinzione trovi adeguato spazio nella Convenzione dell'Unione Europea.

Era il maggio del 1995 quando, in un dibattito sul futuro dell'Unione, il Parlamento Europeo ha adottato una proposta di Alexander Langer sulla creazione di un Corpo Civile di Pace Europeo, primo passo alla prevenzione dei conflitti. È certo che un'efficace gestione civile della crisi nei Balcani avrebbe almeno evitato i suoi esiti più sanguinosi.

La proposta del '95 è stata ripresa nel '99 dal Parlamento Europeo come raccomandazione al Consiglio. Ancora nella plenaria del 2001 il Parlamento Europeo ha ribadito la necessità di istituire un Corpo Civile di Pace Europeo, strumento di intervento dell'Unione in aree di crisi.
Nel testo predisposto per la Convenzione Europea, cioè per la base costituzionale dell'Unione, deve a nostro avviso entrare il ripudio della guerra, come previsto dall'articolo 11 della nostra Costituzione. Si sottolinea poi che nel testo predisposto per la Convenzione Europea il ruolo dei Corpi e del Servizio Civile è menzionato, ma in modo inadeguato rispetto al compito disegnato dallo stesso Parlamento Europeo. Tali compiti sono
infatti confinati al pur importante ambito della protezione civile e degli aiuti umanitari, mentre, a nostro parere, tali compiti dovrebbero far parte dell'ambito della difesa-sicurezza.

Un Corpo Civile di Pace Europeo, che sappia unire la miglior professionalità degli operatori con la valorizzazione delle esperienze compiute da molte organizzazioni volontarie in situazioni di conflitto, costituirebbe certamente uno strumento efficace di costruzione della pace attraverso la mediazione, la riconciliazione, la promozione della fiducia tra le parti, gli aiuti umanitari, il disarmo, la smobilitazione e il reintegro dei
profughi e degli ex combattenti, la riabilitazione, i rispetto dei diritti delle donne, il monitoraggio dei diritti umani.

Il semestre di Presidenza italiana del Consiglio dell'Unione, nel momento in cui un italiano presiede la Commissione Europea, è la condizione privilegiata perché i massimi organi dell'Unione diano seguito concreto a proposte maturate e vagliate a livello parlamentare, portando a compimento la felice intuizione di Alexander Langer. Momento significativo e necessario è appunto l'inclusione a pieno titolo del Corpo Civile di Pace Europeo nella Convenzione, riprendendo ed esplicitando il richiamo che della stessa è contenuto così come l'inclusione di questo tema nell'ordine del giorno delle prossime riunioni del Consiglio.

È questo l'appello che come organizzazioni riunite a Bologna dal 6 all'8 giugno sul tema "Verso i Corpi Civili di Pace - Per una politica europea non armata" ci sentiamo di rivolgerLe, confidando nell'impegno delle massime autorità dello Stato Italiano.

A loro assicuriamo il contributo della nostra esperienza e del nostro impegno per la realizzazione di un comune obiettivo.

Con ogni considerazione,

Associazione Antica come le Montagne (Bologna), Associazione Eticonomia (Prato), Associazione Orlando (Bologna), Associazione Papa Giovanni XXIII- Operazione Colomba (Rimini), Associazione per la Pace (Roma), Associazione radicale Giorgiana Masi (Bologna), Beati i Costruttori di Pace (Padova), Berretti Bianchi (Lucca), Centro Studi Difesa Civile (Roma e Perugia), Centro Studi Sereno Regis (Torino), Coordinamento Obiettori Forlivese
(Forlì), Donne in Nero (Roma), G.A.V.C.I. (Bologna), Fondazione Alex Langher (Bolzano), Lega Obiezione di Coscienza (Roma), Movimento Internazionale della Riconciliazione (Torino), Movimento Nonviolento (Verona), Pax Christi (Tavernuzze Firenze), Rete Lilliput - Nodo di Bologna, Volontari di Action for Peace.

Fonte: Centro Studi Difesa Civile

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