Il gusto di sapere

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Aperta assieme a Stefano Liberti mercoledì 9 novembre dalla serata dedicata a “I signori del cibo. Viaggio nell’industria alimentare che sta distruggendo il pianeta”, l’ottava edizione del Festival di Cinema Cibo e Biodiversità Tutti nello stesso piatto promette anche quest’anno giorni intensi di riflessioni, spunti e gusti. Perché sì, al Festival organizzato da Mandacarù Onlus (cooperativa di commercio equo e solidale del Trentino) assieme al consorzio Altromercato, di riflessioni e sapori ce n’è proprio per tutti i gusti. Come ad esempio quelli dell’intercultura, del rispetto per l’ambiente e per i diritti umani, della cultura e del cibo, ma anche della salute. D’altronde un’iniziativa che durante la scorsa edizione ha coinvolto circa 8000 persone e proposto 42 pellicole non può che replicare, garantendo a un pubblico curioso e “affamato” di conoscenza e solidarietà un’offerta di qualità. 32 le proiezioni in programma tra film e documentari, organizzati secondo focus tematici che indirizzano lo spettatore verso i principali filoni di approfondimento.

A partire dagli Orizzonti latini, che orientano il telescopio sull’universo latinoamericano, alle prese con una stagione di straordinario fermento e allo stesso tempo impegnato da grandi sfide politiche e ambientali, ma senza trascurare uno sguardo attento e informato sugli aspetti che riguardano la salute nel piatto, che amalgama scienza e piacere dell’alimentazione, tecnologia e cultura, tradizione e innovazione, avendo chiara una considerazione: la sovranità alimentare è necessaria per sfamare tutti e tutte in maniera sana, equilibrata, equa e sostenibile nel lungo periodo. Perché cibo e diritti umani sono facce di uno stesso pianeta, afflitto da violazioni che riguardano da vicino anche noi nel momento in cui acquistiamo prodotti che ledono la dignità e alimentano la povertà di chi per noi quei prodotti li produce. Valorizzare quindi la filiera di ciò che mettiamo nel nostro piatto, la sua trasparenza e tracciabilità ma anche le sue ricadute sul tessuto sociale, è elemento fondante di un’etica dell’alimentazione che ci porta inevitabilmente a confrontarci anche con altre culture e abitudini alimentari, nello sforzo di valorizzarne la pluralità e la partecipazione.

Il tutto all’insegna di un obiettivo: informarsi per agire, e contribuire con le proprie scelte a sostenere un modello economico che rispetti tutti i propri attori, dai produttori ai consumatori alle materie prime e alla loro lavorazione, scoprendo il velo che troppo spesso cela contraddizioni profonde e dolorose. Sono processi lenti e impegnativi, che non si attuano solo attraverso provvedimenti politici o scelte economiche, ma che si nutrono anche di esperienze condivise, divulgative e (in)formative. Che garantiscono un’offerta culturale anche agli stranieri che risiedono sul nostro territorio e che spesso sono direttamente coinvolti negli eventi del Festival, non solo come spettatori ma anche come promotori di iniziative: pensiamo per esempio agli show cooking ospitati presso il Muse all’interno di Slow Beans, per parlare di fagioli, cicerchie, ceci, lenticchie e molti altri baccelli in quello che la FAO ha promosso come Anno Internazionale dei Legumi, racchiudendo nello slogan “Semi nutrienti per un futuro sostenibile” importanti indicazioni alimentari per un mondo più ricco per tutti e tutte. In uno di questi appuntamenti è stata la chef Mina Igli, marocchina da anni residente in Trentino, a proporre con allegria e generosità ricette e assaggi, speziati dalla contaminazione tra culture e abitudini dentro e fuori dalla cucina.

Un Festival a cui dobbiamo riconoscere una profonda identità formativa (basti pensare all’intenso lavoro di sensibilizzazione promosso nelle scuole, tra ragazzi dai 6 ai 18 anni, attraverso la sezione speciale “Schermi e lavagne”) nonché una significativa rilevanza sociale per le tematiche trattate e per il respiro internazionale che soffia sulle connessioni che globalmente ci legano gli uni agli altri.

Se dunque ancora non avete avuto occasione di prendere parte a questa kermesse del gusto e della solidarietà non disperate, avete ancora tempo fino al 27 novembre - quando si terrà la serata conclusiva con la proclamazione dei vincitori - per consultare il programma (scaricabile qui) e partecipare alle iniziative promosse!

Anna Molinari

Giornalista freelance e formatrice, laureata in Scienze filosofiche, collabora con diverse realtà sui temi della comunicazione ambientale. Gestisce il progetto indipendente www.ecoselvatica.it per la divulgazione filosofica in natura attraverso laboratori e approfondimenti. È istruttrice CSEN di Forest Bathing. Ha pubblicato i libri Ventodentro (2020) e Come perla in conchiglia (2024). Per la testata si occupa principalmente di tematiche legate a fauna selvatica, aree protette e tutela del territorio e delle comunità locali.

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