Il Forum Social Panamazonico 2003

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Il Forum Panamazonico è nato come Forum tematico-regionale del Forum Sociale Mondiale. Fortemente voluto da Edmilson Rodrigues, sindaco di Belem e dai suoi giovani collaboratori, in un lavoro duro e paziente di convergenza, di tessitura di rapporti e di legami, delle numerosissime comunità indie dell'area...

José Saramago, e la citazione è pertinente in quanto lusitano e come uno dei punti di riferimento del movimento contadino brasiliano, da par suo, nella Terra chiamata Alentejo, apriva con la sorprendente e umile verità che il paesaggio, la terra, è la cosa più abbondante nel mondo. In Brasile, e ancor più a Belem do Parà, nell'Amazzonia, il primo pensiero, la prima sensazione, la prima umile verità per noi occidentali è la straordinaria "presenza" di corpi, di vivente e pulsante carne, di pelli scure, colorate, della straordinaria presenza di abbondante materiale umano, di donne, uomini, giovani, bambini. I figli, gli esseri umani come ricchezza, come la ricchezza. Belem: "citade crian㧀a", la città dei bambini, per i bambini, per la dignità dell'umano alla sua fonte e scaturigine. La sovrabbondante presenza dell'elemento "popolare" di indios, neri, meticci, di contadini, di lavoratori. Vocianti, allegri, passionali nelle assemblee, i neri e meticci dei Sem Terra-Via Campesina, silenziosi e seri gli indios.

Il Forum Panamazonico è nato come Forum tematico-regionale del Forum Sociale Mondiale. Fortemente voluto da Edmilson Rodrigues, sindaco di Belem e dai suoi giovani collaboratori, in un lavoro duro e paziente di convergenza, di tessitura di rapporti e di legami, delle numerosissime comunità indie dell'area (indie sì, ma che spesso non si conoscono affatto), dei vari paesi afferenti a questo cuore pulsante mondiale, Brasile, Venezuela, Colombia, Bolivia, Ecuador, Perù, Suriname, Guyana ecc. Solo in un'unica occasione storica si compì il miracolo dell'unione tra neri, indios, contadini, sparuti gruppi di lavoratori, a Belem nel lontano 1835, nella vittoriosa "rivoluzione cabana", poi repressa nel sangue. Il lavoro necessario per attirare l'attenzione mondiale dei movimenti su un'area cruciale, strategicamente fondamentale per il controllo delle risorse decisive (acqua, patrimonio genetico del vivente ecc.) e per agire su Brasile, Venezuela, Colombia, Ecuador ecc., verso la quale gli Stati Uniti e i potenti del mondo hanno già rivolto l'attenzione che hanno in programma di affrontare con più determinazione non appena gli affari in Asia Centrale, Iraq ecc. non saranno "regolati".

La prima edizione del 2002 scontava l'essere l'inizio, ridotta nella partecipazione, nei seminari e nelle attività, epperò, per il solo fatto di svolgersi, di grande impatto simbolico. Questa seconda edizione 2003 si presenta già nelle dimensioni e nella strutturazione come un Forum maturo, punto di riferimento ineludibile del processo mondiale della costruzione delle alternative. 10.000 delegati circa, vasta partecipazione mondiale, con presenza di tutti i continenti. La marcia di apertura del Forum, contro l'Alca, si è svolta il 16 gennaio. I lavori veri e propri delle aree tematiche, con i tanti seminari e dibattiti e i tanti laboratori, hanno visto la partecipazione di Samir Amin, Riccardo Petrella, Istvan Meszaros, Fran㧀ois Houtart, Bernard Cassen ecc., degli esponenti dei movimenti sociali come Joao Pedro Stedile, ma tante e tanti esponenti di comunità, partiti, gruppi, associazioni dell'intera area e del mondo. Da un di questi seminari è scaturita la proposta per un appello-proclama all'umanità che, nel dichiarare l'acqua bene per tutti , contemporaneamente lanci il monito di "dichiarare illegale la povertà" (vedi documento successivo).

Parallelamente al Forum si è svolto negli stessi giorni il Congresso Generale della Città di Belem, avente come tema la partecipazione popolare e il controllo sociale. Un evento di straordinaria partecipazione, già visibile nella cerimonia di apertura. Una esemplificazione della profonda verità della blochiana nozione di "non-contemporaneità". Modalità europee della politica assieme alla cultura popolare, fatta di canti, simboli, religiosità profonda e popolare, cultura orale ecc. La gioia dello stare assieme di entità non contemporanee, operai, contadini, indi, intellettuali, dirigenti politici ecc. Anche per noi occidentali.

Al di là delle (poche) e scarne cronache apparse sulla stampa italiana, è qui proprio il caso di esporre il ruolo svolto dall'Associazione Culturale Punto Rosso-Forum Mondiale delle Alternative, in questo Forum rappresentato da Josè Luiz Del Roio, da Emilio Molinari, da Mario Agostinelli, oltre che dal presidente che scrive. Siamo considerati dal Forum Panamazonico, dal governo della città, interlocutori privilegiati. Già l'anno scorso abbiamo contribuito ai seminari e, con la Cgil e le varie amministrazioni, sindaci, consiglieri dei comuni italiani, soprattutto toscani, gemellati, siamo stati l'unico organismo del movimento italiano presente. Quest'anno, oltre alle relazioni svolte da Del Roio, Riolo, Molinari, Agostinelli nei vari seminari, nella serata di venerdì 17 gennaio si è svolto un incontro voluto dal sindaco Edmilson Rodrigues e i responsabili dell'amministrazione per ufficializzare la nascita a Belem del primo Punto Rosso-Forum Mondiale delle Alternative fuori dell'Italia, in particolare come sede di una Libera Università Popolare, nella rete della costituenda Rete Globale delle Università del movimento, di cui riferiremo nel resoconto del prossimo FSM di Porto Alegre 2003. Uno scambio di esperienze e di relatori. Non solo dal nostro versante, con i tanti corsi sulla globalizzazione, sulle alternative, sulla storia, la filosofia, la politica ecc. ma anche come possibilità di organizzare attività e corsi a Belem e in vari luoghi dell'Amazzonia ai quali far convergere persone e quadri del movimento per formarsi, per apprendere sulla questione indigena, sull'acqua, sulla biodiversità, sul multiculturalismo ecc. A questo progetto aderisce da subito il Gta, Grupo de Trabalho Amazonico, un organismo che raggruppa ben 570 comunità grandi e piccole indigene dell'Amazzonia brasiliana. Una base popolare considerevole, che fa impallidire le dimensioni italiane ed europee del Punto Rosso-Fma, come ha sottolineato Samir Amin.

In conclusione, un'importante tappa del nostro cammino. Con il doveroso richiamo all'umile atteggiamento dell'apprendere, dell'ascoltare più che dell'impartire lezioni, parlare.

Alcune considerazioni finali. E' sempre più evidente la necessità di strutturare, di precisare le proposte e le mobilitazioni delle alternative. Occorre procedere e andare oltre. Fare proposte operative. Tuttavia è un processo, e il solo fatto di iniziare a porre correttamente i compiti e i problemi è già la metà del lavoro, del cammino. Come abbiamo più volte sottolineato, i tempi dei potenti non coincidono con i tempi degli oppressi, delle alternative. Qui sta la sfida ineludibile.

In ultimo, il Brasile di Lula può costituire il centro dell'Asse del Bene, il retroterra di un mondo che finalmente possa riconoscersi come casa dell'umano e della felicità per tutti. Ma le sfide per uno stato-nazione così grande, così ambizioso nel contrapporsi agli Usa e alle grandi agenzie mondiali del neoliberismo, sono enormi. Il Cile di Allende operava in un contesto storico affatto diverso. Qui l'esercito è antiamericano, profondamente antimperialista in quanto nazionalista. Cosa farà il vero Asse del Male, lo stato-canaglia per eccellenza?

Giorgio Riolo

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