Il 2017 sarà l'anno del disarmo nucleare?

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Forse per Tariq Rauf, direttore del Programma disarmo, controllo e non proliferazione delle delle armi dell'istituto indipendente di ricerca SIPR, il 2017 è l'anno in cui le Nazioni unite potrebbero approvare un documento vincolante che metta al bando le armi nucleari.  La speranza - suffragata da alcuni fatti e dalle divisioni tra i Paesi membri dell'Onu - è concreta e viene esaminata in un intervento di Tariq Rauf, direttore del Programma disarmo, controllo e non proliferazione delle delle armi dell'istituto indipendente di ricerca SIPRI (Stockholm International Peace Research Institute).

Rauf ricorda infatti che "Alla fine del 2016, l'Assemblea generale delle Nazioni unite ha votato a larga maggioranza (Risoluzione 71/258 del 23 dicembre 2016) di convocare nel 2017 una conferenza delle Nazioni Unite per negoziare uno strumento 'giuridicamente vincolante per vietare le armi nucleari, che porta verso la loro eliminazione totale'. Il risultato della votazione è stato 113 a favore, 35 contrari e 13 astensioni. Quattro dei cinque Stati dotati di armi nucleari - Francia, Russia, Regno Unito e Stati Uniti - hanno votato contro, con la maggior parte degli Stati della North Atlantic Treaty Organization (NATO) più Australia, Israele, Giappone e Corea del Sud, i quali si basano sulla garanzia nucleare degli USA. È interessante notare che la Corea del Nord ha votato a favore. Astenuti la Cina (l'unico Stato dotato di armi nucleari che non ha votato contro), l'India, i Paesi Bassi, Pakistan e Svizzera". 

Nella successiva riunione organizzativa tenutasi all'ONU a New York il 16 febbraio 2017 hanno partecipato più di 100 Stati, sono stati approvati il programma della conferenza e le sue regole e l'ambasciatore del Costa Rica Elayne Whyte Gómez è stato selezionato come il presidente della conferenza sul tema chiusa il 31 marzo e che sarà convocata anche il 15 giugno-7 luglio.

"Le regole - prosegue Rauf - saranno quelle dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite, che richiedono una maggioranza dei due terzi per le questioni di sostanza e una maggioranza semplice per le questioni procedurali, e quindi nessuno Stato sarà in grado di bloccare le decisioni sulla messa al bando delle armi nucleari". Ma soprattutto "Questa spinta a negoziare uno strumento giuridicamente vincolante per vietare le armi nucleari da parte di un'ampia maggioranza di Stati dotati di armi non nucleari ha aperto forti differenze, non solo con gli Stati che possiedono armi nucleari ma anche nelle file degli Stati non nucleari".

 Corrado Fontana da Valori.it

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