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Idrogeno bianco: un nuovo alleato per la transizione energetica?
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Foto: Unsplash.com
Nel contesto del crescente interesse verso l'idrogeno come vettore energetico per la decarbonizzazione, l'idrogeno bianco, estratto da giacimenti presenti nella crosta terrestre, si sta guadagnando uno spazio rilevante. Alla fine del 2023 erano 40 le aziende alla ricerca di depositi di idrogeno naturale a fini commerciali, un aumento quadruplo rispetto al 2020. Ciononostante, la IEA segnala che non risultano pozzi di idrogeno naturale che abbiano dimostrato la loro sfruttabilità commerciale.
L’idrogeno sta emergendo come vettore energetico cruciale nella transizione verso la decarbonizzazione. Nel report Global Hydrogen Review 2024, l’Agenzia internazionale dell’energia (IEA) ha stimato che, secondo lo scenario Net Zero Emissions 2050 (NZE Scenario), la domanda mondiale di idrogeno dovrebbe raggiungere circa 150 milioni di tonnellate all'anno (Mtpa) entro il 2030, di cui il 45% deve essere idrogeno prodotto con tecnologie a basse emissioni di CO2.
Sulla base dei progetti annunciati, la produzione potenziale di idrogeno a basse emissioni potrebbe raggiungere i 49 Mtpa entro il 2030. Se si escludono i progetti nelle primissime fasi di sviluppo, che hanno meno probabilità di essere pienamente realizzati entro la fine del decennio, circa due terzi della produzione di idrogeno a basse emissioni nel 2030 potrebbero provenire dall'elettrolisi, e questa percentuale potrebbe salire a quasi il 75% se si includessero anche i progetti in fase iniziale di sviluppo. La quota restante invece sarebbe coperta da combustibili fossili con progetti che utilizzano sistemi di cattura e accumulo dell’anidride carbonica (Carbon Capture, Utilisation and Storage, CCUS).
La domanda globale di idrogeno nel 2023 è cresciuta del 2,5% rispetto al 2022, raggiungendo un nuovo massimo di oltre 97 Mt. Ma è dovuta alla crescita dei settori tradizionali in cui trova impiego: petrochimica, produzione di ammoniaca, metanolo e acciaio. Questa domanda è soddisfatta quasi completamente dall'idrogeno prodotto da combustibili fossili che non fanno uso di sistemi di sequestro della CO2.
Nella transizione verso un sistema energetico a emissioni nette zero, la domanda di idrogeno prodotto con combustibili fossili dovrà essere sostituita con la domanda di idrogeno a basse emissioni. Inoltre, l'uso di idrogeno a basse emissioni dovrà anche estendersi a nuove applicazioni in settori in cui le emissioni sono difficili da ridurre, come l'industria pesante, i trasporti a lunga distanza, la produzione di carburanti a base di idrogeno o la generazione e lo stoccaggio di elettricità. L'uso di idrogeno in queste nuove applicazioni è cresciuto di quasi il 40% nel 2023 rispetto al 2022, sebbene rappresentino ancora meno dell'1% della domanda globale. Nello scenario NZE, entro il 2030 quasi il 40% della domanda globale di idrogeno proviene da nuove applicazioni, il che significa che la domanda in queste nuove applicazioni deve crescere di circa 80 volte entro il 2030...