I ribelli ivoriani al tavolo del governo

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Sei mesi e mezzo dopo l'insurrezione armata contro il presidente Laurent Gbagbo, i ribelli della Costa d'Avorio - che il 19 settembre scorso avevano tentato un colpo di Stato - hanno partecipato per la prima volta ad una riunione di governo a Yamaoussoukro. E' il risultato di una mediazione politica iniziata con gli accordi di Marcoussis (24 gennaio), promossi dalla Francia e benedetti dall'Onu. Il governo di riconciliazione nazionale, previsto da questi ultimi, comprendente ribelli, opposizione ed attuale maggioranza di governo è rimasto però per mesi lettera morta a causa di alcuni nodi politici irrisolti. I ribelli in particolare non avevano accettato i 9 ministeri attribuiti dal neo primo ministro Seydou Diarra, contestando le nomine dei dicasteri di Interni e Difesa (rispettivamente a un delegato del partito del presidente e a uno dell'opposizione). "Un passo molto importante verso una soluzione politica della lunga crisi politico-militare" è stato il commento alla riunione tenutasi il 3 marzo da parte di Albert Tevoedjire, rappresentante speciale del segretario generale dell'Onu Kofi Annan in Costa d'Avorio. Ma la stretta di mano tra il presidente Gbagbo ed i 9 neo-ministri espressione delle forze ribelli, tutelati da imponenti misure di sicurezza, non sembra ancora aver fermato la violenza. La guerra civile ivoriana è iniziata il 19 settembre 2002 ed ha portato all'uccisone di più di 3000 persone (secondo stime governative) causando più di un milione di profughi interni e rifugiati. Per il momento scorrerie e saccheggi sono ancora in corso soprattutto nell'ovest del paese.

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