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I gioielli del Rwanda
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Se avete in programma di visitare Venezia nei prossimi giorni o se siete per caso già in zona non perdetevi la mostra “I gioielli del Rwanda”. Il luogo che la ospita è il prestigioso Caffè Florian, simbolo antico della città inaugurato nel 1720 e completamente ristrutturato a metà dell’Ottocento. Fin dalle origini il Caffè è stato luogo in incontri di arte e cultura, e ora è icona dello stile veneziano nel mondo. In questo scrigno di storia che raccoglie gusti e atmosfere del passato potrete visitare una mostra estremamente attuale e contemporanea, aperta il 26 marzo e in chiusura domenica prossima 26 aprile. L’iniziativa è nata con l’intento di valorizzare l’abilità imprenditoriale delle donne rwandesi: anelli, bracciali e orecchini di grande personalità e impatto, per un totale di circa 60 elementi realizzati in fibre naturali e contenenti inserti in argento ad opera di artigiani e designer sia rwandesi che italiani.
Si tratta del risultato della collaborazione tra il Caffè e Soroptimist International d’Italia Club di Venezia, associazione al femminile che opera per la promozione dei diritti umani, l’empowerment delle donne e l’accettazione delle diversità. Una realtà costituitasi negli Stati Uniti all’inizio degli anni Venti del Novecento e oggi diffusa in 125 Paesi con oltre 3 mila Club e più di 90 mila socie, rappresentata con voto consultivo al Consiglio d'Europa e presso la Lobby Europea delle Donne. Inoltre, Soroptimist International d'Italia ha una sua rappresentante nel Comitato Nazionale di Parità presso il Ministero del Lavoro e nella Commissione Pari Opportunità del Governo, ed è proprio all’insegna delle opportunità che anche la mostra al Florian è stata pensata.
L’occasione si inserisce infatti all’interno del progetto Atelier Rwanda, che si propone di rinnovare e diversificare l’artigianato locale partendo dalle risorse umane, dai materiali, dalle usanze e dalle tecniche specifiche del territorio. L’idea è venuta alla scultrice Bettina Scholl Sabbatini, che ha recuperato l’antica tecnica rwandese dell’agaseke, rivisitandola in chiave moderna: un’intuizione che è stata apprezzata e condivisa dai club Soroptimist di San Marino e Kigali, raccogliendo nel 2007 designer e artigiani interessati a partecipare e promuovendo ricerche sull’utilizzo delle fibre naturali per avvicinarsi al gioiello come a un oggetto di studio. Un incrocio felice tra la tradizione rwandese della vannerie d’art (l’arte di creare oggetti intrecciando fibre vegetali) e la salvaguardia del patrimonio artigianale locale.
L’iniziativa prevede inoltre un ricco palinsesto di attività collegate e, fin dal 2008, si propone di raccogliere fondi per progetti di solidarietà, impegnandosi soprattutto a far conoscere le esperienze a livello nazionale e internazionale. Senza contare che il progetto ha favorito lo scambio di conoscenze e competenze tra artigiane rwandesi e studenti e studentesse di design in Italia, che hanno potuto confrontarsi sull’utilizzo dei materiali e sulla possibilità di innalzare un materiale povero ad un alto livello simbolico e commerciale.
Un incontro di potenzialità, idee e territori attraverso la creatività, che ha coinvolto per gli inserti in argento anche una cooperativa sociale di Vicenza, Primavera 85, impegnata in attività occupazionali finalizzate all’inserimento dei diversamente abili nel mondo del lavoro e che ha garantito al progetto metalli lavorati con finiture ineccepibili da un punto di vista qualitativo.
A 21 anni dalla tragedia del genocidio quella di Venezia è un’occasione per conoscere un Rwanda diverso, forte di donne e di abilità, intrecciate come fili alle speranze dei giovani italiani: ancora una volta la conferma che pace e rinascita suonano bene declinate al femminile.
Anna Molinari

Giornalista freelance e formatrice, laureata in Scienze filosofiche, collabora con diverse realtà sui temi della comunicazione ambientale. Gestisce il progetto indipendente www.ecoselvatica.it per la divulgazione filosofica in natura attraverso laboratori e approfondimenti. È istruttrice CSEN di Forest Bathing. Ha pubblicato i libri Ventodentro (2020) e Come perla in conchiglia (2024). Per la testata si occupa principalmente di tematiche legate a fauna selvatica, aree protette e tutela del territorio e delle comunità locali.