Hong Kong: una lotta per la democrazia che ci riguarda

Stampa

Il primo ottobre scorso la Repubblica popolare cinese ha festeggiato i suoi 70 anni. Grandiose celebrazioni, una parata militare senza precedenti, discorsi di rito dell’ “imperatore” Xi, fuochi d’artificio finali. Non ci sono differenza qualitative con le cerimonie delle antiche dinastie. Niente di nuovo sotto il sole (e la nebbia) di Pechino. Intanto è sempre la “provincia” a creare problemi. 

Nelle stesse ore della festa nazionale, a Hong Kong si protestava in maniera molto violenta. I movimenti in città non sono certo una novità. Da almeno 5 anni le strade dell’enclave semi autonoma cinese sono teatro di manifestazioni pacifiche ma anche di scontri e di repressione. Nel 2014 c’era stato il “movimento degli ombrelli”, nato per protestare contro la decisione dell’autorità centrale di Pechino di non consentire l’elezione diretta dell’esecutivo locale. Oggi la stessa “società civile” scende in piazza per una legge che prevedeva l’estradizione dei cittadini di Hong Kong nella Cina continentale per essere giudicati in tribunale, un provvedimento – ora ritirato – che avrebbe minato il principio “una nazione, due sistemi” che dà autonomia all’ex colonia britannica, almeno fino al 2047. 

È complesso addentrarsi in questa realtà che è anche al centro di traffici commerciali e finanziari insostituibili per la stessa economia cinese. Uno dei nodi fondamentali riguarda proprio il rapporto tra capitalismo e democrazia. L’ideologia che sorregge la Repubblica popolare è un nazionalismo che coniuga feroce autoritarismo e liberismo sfrenato a livello economico. Ovviamente questo è uno schema un po’ rigido: mille sono le sfumature di un Paese/continente di 1,3 miliardi di persone e con una storia che si perde nella notte dei tempi. 

Hong Kong diventa il crocevia del dilemma: la città potrà restare autonoma e quindi quel ricco “porto franco” utile anche per la Cina? Oppure prevarrà la rigidità del potere centrale? È evidente che, proprio per i motivi economici, le piazze di Hong Kong non diverranno nuove Tienanmen con il soffocamento violento di ogni aspirazione alla libertà e alla democrazia. I segnali sono ambigui, la repressione sembra aumentare. I disegni di lungo periodo della dirigenza nazional comunista non lasciano spazio a illusioni. 

Come avvenuto però 30 anni fa, i protagonisti sono ancora i giovani. Le cronache di questi giorni portano alla ribalta il nome di Joshua Wong, uno dei leader della protesta, “segretario generale” del partito democratico Demosistō. Quanti anni ha Wong? 22. E cinque anni fa era già sulle barricate. Guardando le sue foto sembra proprio un bambino. Wong, cattolico, segue metodi nonviolenti, entra e esce dal carcere sempre per motivi politici. Un mese fa era a Berlino dove ha paragonato la situazione odierna a quella precedente alla caduta del muro. Wong ha le idee chiare. Una lezione per tutti, specie per i giovani.

Il sociologo Paolo Sorbi, uno dei protagonisti del ’68 a Trento, vede un parallelismo tra quella stagione e la mobilitazione odierna a Hong Kong. Oggi ci vuole davvero una “rivoluzione nella democrazia” per la democrazia. Per conquistarla oppure, qui da noi, per mantenerla. I giovani sono protagonisti in Oriente e lottano per i diritti che non hanno (ancora). E in Occidente? La situazione è più frammentata. Dopo anni di sonno registriamo un risveglio delle giovani generazioni che sono più interessate ad argomenti concreti (come i cambiamenti climatici) piuttosto che alla “politica” in generale. Queste istanze dovranno incontrarsi in futuro. 

Piergiorgio Cattani

Nato a Trento il 24 maggio 1976. Laureato in Lettere Moderne (1999) e poi in Filosofia e linguaggi della modernità (2005) presso l’Università degli studi di Trento, lavora come giornalista e libero professionista. Scrive su quotidiani e riviste locali e nazionali. Ha iniziato a collaborare con Fondazione Fontana Onlus nel 2010. Dal 2013 al 2020 è stato il direttore del portale Unimondo, un progetto editoriale di Fondazione Fontana. Attivo nel mondo del volontariato, della politica e della cultura è stato presidente di "Futura" e dell’ “Associazione Oscar Romero”. Ha scritto numerosi saggi su tematiche filosofiche, religiose, etiche e politiche ed è autore di libri inerenti ai suoi molti campi di interesse. Ci ha lasciati l'8 novembre 2020.

Ultime notizie

Il Punto - Si muore nel silenzio

19 Settembre 2025
I palestinesi sono soli, entriamo nel giorno 1.303 dall’invasione russa in Ucraina, e altrove, si muore nel silenzio dei media. (Raffaele Crocco)

La Sicilia ha sete

18 Settembre 2025
La Sicilia ha sete, e non da poco tempo. (Rita Cantalino)

L’inizio dell’offensiva terrestre israeliana e l’esodo di massa da Gaza City

17 Settembre 2025
Israele conferma che l’offensiva ha provocato un esodo senza precedenti. (Giacomo Cioni)

Dossier/ Materie prime critiche (4)

17 Settembre 2025
Oltre a quelli ambientali, l’estrazione di minerali critici comporta una serie di impatti diretti sulla vita di diversi gruppi vulnerabili. (Rita Cantalino)

Il blocco del porto di Trieste

16 Settembre 2025
Il blocco del porto di Trieste contro le armi per Israele e per l’applicazione del Trattato di pace. La mobilitazione di USB. (Laura Tussi)

Video

Serbia, arriva a Bruxelles la maratona di protesta di studenti per crollo alla stazione di Novi Sad