Hong Kong in marcia per la democrazia: troppe ingerenze di Pechino

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Si è tenuta il 1 luglio per le strade di Hong Kong la tradizionale marcia pro-democrazia organizzata dal Fronte civile per i diritti umani. Questa manifestazione si tiene dal 1997, data in cui avvenne la restituzione della ex colonia inglese alla madrepatria. Lo slogan principale della marcia quest’anno è stato: “Estirpare la dittatura del Partito unico, fermare la caduta di Hong Kong”.

I partecipanti alla manifestazione erano circa 15mila. Come ogni anno le stime dei manifestanti e quelle della polizia non convergono. Gli organizzatori sottolineano che i numeri reali sono più alti, dal momento che molte persone si sono aggiunte a metà del percorso. La manifestazione è iniziata da Victoria Park, ha sfilato per le vie del centro città ed è arrivata al palazzo del governo. Nonostante i numeri siano calati rispetto alle precedenti edizioni gli organizzatori si ritengono soddisfatti: “Non importa l’affluenza, rimane il desiderio di voler continuare la marcia” ha dichiarato Sammy Ip Chi-hin portavoce del Fronte civile per i diritti umani.

Alla manifestazione hanno partecipato persone di tutte le età. Uno studente di liceo dichiara: “Se non manifesto ora, forse quando sarò adulto non avrò più la possibilità di fare una marcia del genere”. Sit Chun-hang, 18 anni, studentessa all'Università cinese di Hong Kong, spiega: "Da quando Hong Kong è tornata alla Cina 21 anni fa, democrazia, libertà e politiche sociali si stanno perdendo. Desidero esprimere le nostre opinioni e le nostre richieste”. Alla marcia si sono aggiunti anche alcuni ragazzi cinesi dalla provincia del Guandong: “Non possiamo portare la democrazia in Cina. Però ci auguriamo che i cittadini di Hong Kong possano raggiungere questo obiettivo”, racconta uno di loro.

Alcuni manifestanti hanno accusato la polizia di aver utilizzato delle tattiche intimidatorie per scoraggiare la marcia. Il dottor Chan Kin-man, uno dei principali leader del movimento Occupy general, ha detto di essere irritato dall’atteggiamento della polizia: “In passato ero solito portare un gruppo di cinesi ad osservare la marcia del 1 luglio per mostrare loro come la polizia di Hong Kong assiste alla marcia invece di sopprimerla come succede in Cina. Ma ora la polizia sta usando tattiche per spaventare le persone e toglierci nostri diritti fondamentali”.

In questa edizione è stata forte la critica nei confronti del capo dell'esecutivo di Hong Kong Carrie Lam, eletta un anno fa e accusata di essere “una portavoce di Pechino”. La Lam, se da una parte ha avuto un certo successo con la recente riforma del mercato immobiliare, dall’altra si è inimicata gran parte della popolazione dopo aver imposto un regime di censura più aggressivo. Inoltre sta sostenendo l’approvazione di una legge che cederebbe una parte della giurisdizione di Hong Kong ai cinesi.

Da Asianews.it

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