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Ho piantato 500.000 alberi
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«A primavera, fra mille richiami, ancora vivi saremo di nuovo / e innalzerò le mie dita di rami verso quel cielo così misterioso», cantava Guccini, identificandosi con un albero. L’albero è emblema di vita e di speranza. Da sempre. Già nell’antica Grecia diversi alberi erano consacrati agli dei: l’olivo ad Atena, il cedro ad Artemide, il pino ad Attis. La stessa Bibbia pone due alberi al centro del giardino dell’Eden: l’albero della conoscenza del bene e del male e l’albero della vita. Insomma piantare alberi è uno dei gesti più antichi che l’uomo fa. Ed è un gesto da Nobel: come Wangari Maathai, orgoglio afro e fondatrice del “Green Belt Movement”, che ha cominciato nel 1977 e che di piante ne ha messe a dimora 40 milioni. Ma l’uomo con le proprie ruspe sembra fare piazza pulita di millenni di storia. Incurante dei cambiamenti climatici.
Il libro dal titolo “Ho piantato 500.000 alberi” curato da Ossola e Calvo va in controtendenza. Sono una riflessione sul rapporto uomo-ambiente che racconta i nostri profondi legami con le piante, la terra e il cibo. Valori da riscoprire attraverso piccoli gesti, che hanno il sapore dell’eternità.
Ma ad ognuno nella vita è data la possibilità di piantare un albero. Non solo come atto simbolico, ma come risposta concreta alle sfide del futuro: dove vogliamo abitare? Come ci procureremo di che nutrirci? Possiamo davvero rinunciare alla bellezza della natura?
Ma perché farlo? Perché invitare i miei amici a farlo? Per compensare altri che fanno esattamente il contrario. Deforestano, inaridiscono, disboscano, tagliano. Un esempio. Anzi due. Dal 2008 a oggi oltre 20 imprese statunitensi hanno importato dall’Amazzonia peruviana legno illegale per milioni di dollari. Lo ha scoperto recentemente l’ Environmental Investigation Agency (EIA). Questo commercio viola sia la legge degli Stati Uniti sulle specie minacciate e sia l’accordo sul libero scambio tra Stati Uniti e Perù. Il rapporto si basa sulla denuncia di Francesco Mantuano, pubblicata lo scorso anno da Salva le Foreste, che detiene una concessione forestale nella regione di Loreto.
La seconda drammatica rivelazione ci viene dal Bacino del Congo ove sta raddoppiando la deforestazione. L’ultimo monitoraggio satellitare ha rivelato che la deforestazione lorda ha segnalato un raddoppio dal 1990. Il rapporto del CIFOR, The Forests of the Congo Basin, è la più analisi completa della copertura forestale nei sei paesi del bacino del Congo, in Africa centrale. Il rapporto cita fattori quali la crescita della popolazione, l’immigrazione, lo sviluppo economico e la domanda globale di risorse naturali come trainanti della pressione sulle foreste.
Per chi farlo? Nelle foreste incontaminate possiamo trovare popoli incontaminati che sradicate le foreste vengono allo scoperto. Il governo del Perù, per esempio, sta ignorando le nuove linee guida delle Nazioni Unite sulla tutela degli Indiani incontattati dell’Amazzonia. Anziché adeguarsi al rivoluzionario rapporto ONU che sostiene il diritto delle tribù di rimanere isolate, il Perù sta permettendo al più grande progetto di sfruttamento del gas del paese di espandersi ulteriormente in territori indigeni abitati da numerosi Indiani incontattati. Le nuove linee guida delle Nazioni Unite chiariscono che le terre delle tribù incontattate dovrebbero essere inviolabili e che al loro interno “non dovrebbero essere accordati diritti che implichino l’utilizzo di risorse naturali”. Ma il tutto viene violato.
Per fortuna a tirarci su il morale c’è il tarsio filippino (Tarsius syrichta), il più piccolo primate del sud-est asiatico, dall’alto dei suoi cinque centimetri di altezza, ha tenuto in scacco per anni la comunità scientifica, che non sapeva spiegare il motivo del suo comportamento. Il piccolo primate infatti apre la bocca, come per parlare, ma da lì non esce suono. E invece no, tutto sbagliato, il suono c’è, eccome, per chi sa ascoltare. Uno studio pubblicato in Biology Letters ha scoperto che il tarsio delle Filippine comunica con ultrasuoni, usando una gamma che supera quella degli altri primati e di quasi tutti i mammiferi terrestri. Sembra dire.... “ma che aspettate? La volete piantare o no questa benedetta foresta?” Seguite il link e godevi l’ombra.
Redazione di Unimondo