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Guerra in Sudan. Da dove arrivano le armi?
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Foto: Unsplash.com
Da dove arrivano le armi usate nello scontro che devasta il Sudan, tra l’esercito nazionale (SAF) e i miliziani delle Forze di supporto rapido (RSF)?
Negli scorsi giorni alcune notizie circolate da mass media autorevoli hanno focalizzato l’attenzione sul tema, importante non solo per capire l’andamento del conflitto, ma anche l’evolversi delle relazioni e il collocamento internazionale dei contendenti.
Il New York Times lo scorso 30 settembre ha pubblicato in prima pagina un articolo dal titolo che non lascia adito a dubbi: Gli Emirati Arabi Uniti fomentano lo scontro in Sudan mentre parlano di pace. Vi si documenta l’invio di armamenti alle RSF mascherato da intervento umanitario a sostegno dei rifugiati nei campi profughi del Ciad. L’operazione ha come base un ospedale, sembra poco frequentato da profughi sudanesi, e una pista in territorio ciadiano, nelle vicinanze del confine con il Darfur.
Aerei cargo sarebbero atterrati quasi quotidianamente da giugno scaricando, insieme ad aiuti umanitari, armi e droni diretti alle Forze di supporto rapido. Gli aerei sarebbero poi ripartiti trasportando miliziani gravemente feriti da curare in uno degli ospedali militari degli Emirati stessi.
La notizia è basata su foto satellitari e testimonianze di funzionari dell’intelligence di diversi paesi occidentali, USA e UE in particolare, che hanno passato le informazioni chiedendo l’anonimato. Gli Emirati naturalmente negano, anche perché ufficialmente fanno parte del Quad, il gruppo di paesi composto anche da Stati Uniti, Gran Bretagna e Arabia Saudita, che cercano di negoziare la pace.
Il loro supporto ad una delle due parti in conflitto sarebbe dunque estremamente imbarazzante. Ma non è la prima volta che gli Emirati vengono chiamati in causa per trasporto di armi in Sudan da quando è scoppiato il conflitto, il 15 aprile...