Guatemala: violenze nella capitale dei sostenitori di R㭀os Montt

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Almeno 10mila sostenitori dell'ex dittatore Efra㭀n R㭀os Montt hanno occupato ieri per ore il centro di Guatemala City, protestando contro il congelamento della candidatura del Generale alle elezioni presidenziali di novembre da parte della Corte suprema di giustizia (Csj). La sentenza, che accoglie all'unanimità un ricorso presentato dai partiti di opposizione, si pone in netto contrasto con il pronunciamento della Corte Costituzionale (Cc) che il 14 luglio aveva concesso il via libera alla candidatura di R㭀os Montt.

La decisione della Cc è stata duramente contestata anche da gran parte della società civile guatemalteca, in particolare i gruppi di difesa dei diritti umani come il "Gruppo di appoggio mutuo" (Gam) che riunisce le associazioni dei familiari delle vittime e dei desaparecidos in 36 anni di guerra civile.

Le forze dell'ordine non sono intervenute durante i tumulti. Circa duecento manifestanti armati, col volto coperto, hanno tentato di fare irruzione nelle sedi della Corte Costituzionale e della Corte suprema di giustizia; tra loro presunti esponenti del Consiglio Nazionale della Gioventù (Conjuve), organizzazione presieduta dal nipote dell'anziano Generale. Durante i disordini è rimasto ucciso il giornalista televisivo Héctor Ram㭀rez. Le organizzazioni sociali e i partiti di opposizione accusano il governo guatemalteco di ricorrere al "terrorismo di Stato" perché il Generale possa presentare la sua candidatura.

"La decisione della Corte suprema rappresenta un colpo di Stato 'tecnico' - ha tuonato l'ex dittatore - l'unica istanza a cui spetta dire l'ultima parola sulla questione è la Corte Costituzionale", organismo peraltro presieduto dal giudice Guillermo Ruiz, vicino al Fronte repubblicano guatemalteco (Frg), il partito al potere. R㭀os Montt ha aggiunto: "Stiamo arrivando ad un punto in cui i nostri sostenitori potrebbero perdere il controllo durante le manifestazioni". Secondo fonti Misna, l'ex dittatore è deciso a non mollare dal momento che l'elezione di novembre rappresenta la sua ultima occasione per evitare un processo per crimini contro l'umanità. Il Generale può contare su una fitta rete di appoggi nei punti chiave del Paese, come anche nell'esercito, ma la maggioranza dell'elettorato non è con lui.

Fonti: Misna, Alainet, Agencia Efe;

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