Greenpeace: manifesti con volti invecchiati dei leader all'aeroporto di Copenhagen

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Nell'aeroporto di Copenhagen sono apparsi ieri cartelloni pubblicitari con i volti invecchiati dei leader mondiali e la scritta "Mi dispiace. Potevamo fermare gli effetti catastrofici dei cambiamenti climatici…non l'abbiamo fatto". È la campagna lanciata da Greenpeace insieme alla coalizione mondiale tcktcktck.org con lo slogan: "Act now: change the future". Ci sono i volti di Obama, Sarkozy, Brown, Lula, Zapatero, Merkel e gli altri così come potrebbero apparire nel 2020. L'aeroporto verrà utilizzato da migliaia di delegati, giornalisti e politici che arriveranno in Danimarca per la Conferenza sul clima di Copenhagen (7-18 dicembre). Gli annunci pubblicitari con le facce dei leader sono stati diffusi anche sulle riviste distribuite a bordo degli aerei per raggiungere i negoziatori in viaggio per il Summit

"I leader chiedono scusa per non essere stati capaci di affrontare i cambiamenti climatici" - sottolinea Greenpace. "Se leader come Obama, Sarkozy, Merkel e Brown non saranno in grado di sbloccare i negoziati, il mondo andrà incontro a migrazioni di massa e carestie. Se questo accadrà, 'ci dispiace' sarà la parola più usata, ma purtroppo non servirà a nulla. Il momento di agire contro i cambiamenti climatici per salvare il nostro futuro è adesso, non l'anno prossimo o quello dopo ancora. È questo il senso della nostra campagna pubblicitaria".

Per il successo del Summit di Copenhagen, le associazioni ambientaliste chiedono "un accordo equo, ambizioso e vincolante" che presuppone "un impegno da parte dei Paesi industrializzati a tagliare le emissioni del 40 per cento al 2020 rispetto ai livelli del 1990"; "un piano per fermare la distruzione delle foreste tropicali entro il 2020" e "almeno 140 miliardi di dollari all'anno in risorse finanziarie pubbliche per contrastare i cambiamenti climatici nei Paesi in via di sviluppo". Per sostenere queste le richieste la coalizione TckTckTck - promossa da oltre 50 organizzazioni internazionali che fanno parte della Campagna globale d'azione sul clima - ha lanciato un appello online sottoscritto da quasi 10 milioni di persone.

Appello sostenuto anche da Amnesty International che nei giorni scorsi ha chiesto che l'accordo di Copenhagen sui cambiamenti climatici "non escluda e non svantaggi ulteriormente i poveri del mondo". Il punto essenziale dei cambiamenti climatici è che, mentre il problema è causato in larga misura dalle emissioni dei paesi ricchi, a pagare le conseguenze sono i poveri" - afferma Amnesty. "Se a Copenhagen non prenderanno iniziative, i diritti umani delle comunità più povere ed emarginate del mondo ne risentiranno. Il diritto al cibo, all'acqua, a un rifugio e alla salute rischiano di essere compromessi dai cambiamenti climatici".

Per quanto riguarda l'Italia, Greenpace ha lanciato uno specifico appello al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi per chiedergli di prendere finalmente sul serio la minaccia del riscaldamento globale, unendosi ai maggiori leader mondiali per un accordo all’altezza della sfida dei tempi.

E, sempre in Italia, la Coalizione in marcia per il clima - un folto drappello di associazioni ambientaliste, ong, sindacati e altre realtà della società civile - promuove in questi giorni in diverse città italiane e il 12 dicembre a Roma l''iniziativa "Cento piazze per il clima" per chiedere al nostro Governo di farsi promotore di un’iniziativa politica forte a Copenaghen, di adoperarsi per ridurre nel nostro Paese le emissioni di gas e di incrementare l'utilizzo delle fonti energetiche rinnovabili, sicure e non inquinanti, che rappresentano anche un'occasione di sviluppo per il nostro sistema produttivo e di lavoro dignitoso per molti giovani. [GB]

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