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Giornata mondiale per i rifugiati: dedicata ai più giovani
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Sarà dedicata ai quasi 20 milioni di giovani e giovanissimi rifugiati la giornata mondiale dei rifugiati, indetta dalle Nazioni Unite per il 20 giugno. "Per ricordare quest'infanzia violata, questi bambini e ragazzi il cui unico 'crimine' è stato quello di trovarsi nel posto sbagliato nel momento sbagliato", spiega l'UNHCR.
L'UNHCR si è inoltre appellata al mondo affinchè "ci si accorga dei loro bisogni, ma si riesca anche a valorizzare quanto vi è di positivo: le loro energie, i loro enormi potenziali, la capacità di aiutarsi ed aiutare le comunità di appartenenza".
Intanto l'associazione Meltingpot invita a cogliere l'occasione del 20 giugno per ribadire, ancora una volta, in tante città italiane ed europee, la necessità di una reale protezione per i rifugiati e denuncia l'impasse del Programma Nazionale Asilo introdotto dalla legge Bossi Fini.
Ricordando questa giornata non si può però dimenticare come sia l'Africa il continente con il maggior numero di rifugiati e sfollati interni. E proprio dall'Africa continuano ad arrivare in questi giorni notizie drammatiche.
In Liberia l'acutizzarsi degli scontri tra il governo di Charles Taylor e gruppi che a quest'ultimo s'oppongono ha causato nuovi ingenti spostamenti di popolazione. Sono più di 30.000 gli sfollati che attualmente sono accampati in uno stadio a Monrovia. "Gli sforzi di assistenza sono stati resi vani dalla mancanza di personale", ha denunciato l'UNCHR. Quasi tutti i membri dello staff internazionale di agenzie ONU e ONG hanno infatti lasciato il Paese, e così hanno fatto anche alcuni membri dello staff locale, spinti dal crescente clima di insicurezza. Tutto questo avviene mentre in Ghana si cerca di avviare le difficili trattative di pace. I mediatori, davanti alla recrudescenza degli scontri, hanno reso chiaro alle fazioni in lotta che tutto verrà bloccato siano a quando non verrà deciso un cessate il fuoco, poi raggiunto giovedì scorso.
E' inoltre di questi giorni il drammatico appello del rappresentante UNICEF in Congo Gianfranco Rotigliano: "Non dimentichiamo i bambini della Repubblica Democratica del Congo: sono le vittime innocenti di una drammatica emergenza dimenticata". Rotigliano, rientrato da pochi giorni da una missione a Bunia, nella regione nord-orientale, epicentro dei violenti scontri fra Hema e Lendu ha inoltre aggiunto che "dappertutto nella regione ci sono combattimenti, violenze, stupri su donne e bambine; negli scontri vengono utilizzati come soldati migliaia di bambini e sono tanti i piccoli traumatizzati, rimasti orfani. Dove è possibile l'accesso umanitario, l'UNICEF continua a lavorare per aiutare i tantissimi bambini sfollati, ma la comunità internazionale deve fare di più".
L'UNICEF stima che oltre 20.000 bambini e altrettante donne siano sfollati, costretti ad abbandonare le loro case, privi di scorte alimentari, di acqua e di assistenza medica. Molti altri sono stati uccisi con le loro madri, altri ancora gravemente feriti, vittime di una violenza cieca che, già prima di questa nuova crisi, aveva provocato oltre 50.000 morti e più di 500.000 sfollati.
Fonti: UNCHR, All Africa, UNICEF, Meltingpot