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Giornata della donna: artefici del cambiamento, ma bisogna porre fine alle violenze
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Numerose le iniziative per la 'Giornata internazionale della donna' che quest'anno è dedicata al tema della violenza su donne e bambine. Il Segretario generale delle Nazioni Unite, Ban ki-Moon ha rivolto un appello ai leader del mondo affinchè contribuiscano a porre fine alle violenze contro le donne. "La violenza contro le donne non può essere tollerata, in nessuna forma, in nessun contesto, in nessuna circostanza, da nessun leader politico e da nessun governo" - ha affermato Ban ki-Moon. "Ciascuno di noi – uomini e donne, soldati e peacekeepers, cittadini e leaders – ha la responsabilità di aiutare a porre fine alla violenza sulle donne. Gli stati devono onorare i loro impegni a prevenire la violenza, a perseguirne i colpevoli e aiutare le vittime. E ciascuno di noi deve denunciarne il fenomeno in famiglia, nei luoghi di lavoro e nella comunità cosi da aiutare a porre fine alle violenze" - ha aggiunto. Il Segretario generale dell'Onu ha ricordato lo scorso anno ha lanciato la campagna "Unite to End Violence against Women" (Uniti per porre fine alle violenze sulle donne) per incoraggiare uomini e donne a far fronte comune per opporsi al fenomeno della violenza sulle donne e ha ribadto il ruolo del Fondo Onu per lo sviluppo della donna (Unifem).
In un comunicato per la Giornata, Amnesty International evidenzia che le donne sono "artefici del cambiamento", ma che continuano ad essere "vittime di violenza sessuale" e in zone di guerra sono spesso considerate "obiettivi militari". "Sebbene nel mondo dilaghino l'insicurezza e la violenza contro le donne, sono proprio loro che, superando enormi ostacoli, hanno ottenuto cambiamenti positivi per l'intera società" - sottolinea Amnesty citando, tra gli altri, i casi delle donne a Haiti, in Liberia, Nepal e Iran. Per la giornata internazionale Amnesty International chiede di firmare diversi appelli perchè siano rispettati i diritti delle donne in Grecia, Venezuela, Haiti, Messico e Sudafrica.
Nei giorni scorsi Medici Senza Frontiere (Msf) ha diffuso il rapporto "Vite spezzate" che riassume l’esperienza dell'organizzazione umanitaria nel sostegno alle vittime di violenza sessuale. Basato sulle attività in Liberia, Burundi, Repubblica Democratica del Congo, Sud Africa, Colombia e in altri paesi, il rapporto di Msf evidenzia la necessità di fornire assistenza medica di emergenza alle persone che hanno subito abusi. Msf sottolinea, inoltre, che tale assistenza deve essere veramente accessibile, con garanzia di riservatezza e un’offerta di cura integrale.
Cipsi e Chiama l'Africa rilanciano la Campagna per l'assegnazione alle donne africane del Premio Nobel per la Pace 2010. "In occasione della 'Giornata internazionale della donna' desideriamo ricordare in particolar modo le donne africane, che portano sulle loro spalle il peso e la responsabilità del vivere quotidiano lavorando in media 17 ore al giorno" - affermano Cipsi e Chiama l'Africa. "Sono le donne africane che riescono a organizzarsi per lottare per la pace e a mantenere la vita anche nelle situazioni più tragiche, in un impegno politico spesso capillare e non riconosciuto. E ciò molto spesso con il rischio di subire violenza e sopraffazione". Proprio da queste premesse le due associazioni hanno lanciato, assieme ai partner africani, la campagna di sensibilizzazione per il Premio Nobel per la Pace 2010 alle donne africane come "premio collettivo".
Anche la Focsiv dedica la 'Giornata internazionale della donna' 2009 alle donne dei Sud e alla loro capacità di farsi promotrici di sviluppo. L'associazione pone in particolare l'accento sull'importanza del terzo Obiettivo di Sviluppo del Millennio ("Promuovere la parità di genere e combattere le discriminazioni") e lancia la guida "Locale è Globale. In viaggio con le donne per lo sviluppo" che approfondisce le tematiche dei diritti delle donne e della promozione del loro ruolo, il microcredito e il dialogo interreligioso. Ad accompagnare questo viaggio sono le donne, protagoniste del Terzo Obiettivo di Sviluppo del Millennio, con la loro capacità nel Nord come nei Sud del mondo di essere perno della società e promotrici autentiche di sviluppo.
Le Acli sottolineano che sono le donne le protagoniste di un'economia diversa. Secondo le prime anticipazioni di un'indagine realizzata dalle Acli - "Donne: uno sguardo diverso sull'economia?" - che verrà presentata il prossimo 20 marzo a Roma, le donne sono "appassionate dell'economia 'reale' e critiche rispetto ai modelli dominanti di produzione e di consumo". "La crisi - afferma un documento delle donne delle Acli - può essere anche un'opportunità per riaffermare il ruolo positivo e propositivo che un rinnovato protagonismo femminile può giocare nell'attuale fase, per ribadire la centralità e il primato della persona in ogni ambito della vita". "Il nostro modo di essere cittadine responsabili, portatrici di un'economia diversa, per la quale la felicità non risiede nella quantità dei beni posseduti ma nella qualità delle relazioni vissute".
E lunedì ActionAid presenterà a Roma il rapporto "Non sono cose da donne. Prospettive di genere al G8 del 2009" che intende dare una prospettiva di genere all’agenda del Summit. "Nella consapevolezza che molte problematiche affrontate dal G8 hanno un impatto sull’universo femminile diverso da quello maschile, il rapporto analizza le principali tematiche del vertice della Maddalena alla luce delle persistenti disuguaglianze di genere nel mondo" - riporta ActionAid. I contributi raccolti, realizzati da ricercatrici universitarie e attiviste della società civile, assumono un approccio innovativo per dire a voce alta che le donne sono attrici indispensabili dello sviluppo. E grazie all’esperienza trentennale maturata a fianco delle comunità del Sud del mondo, ActionAid indica opportunità di cambiamento per un intervento dei Paesi del G8 che sappia coniugare sviluppo, sostenibilità, diritti, empowerment e partecipazione. [GB]