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Giornata dell'infanzia tra iniziative e tagli del Governo ai fondi
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Numerose le iniziative oggi in Italia in occasione della 'Giornata mondiale dell'infanzia', istituita nell'anniversario dell'approvazione della "Convenzione Onu sui Diritti del Fanciullo".
Unicef Italia ha tenuto ieri a Roma una giornata di approfondimento sui diritti dei bambini rom, sinti e camminanti, per redigere un documento programmatico che possa raccogliere i contributi di quanti lavorino quotidianamento per la tutela e la promozione dei diritti dell'infanzia. "La mancanza di un Piano Nazionale Infanzia (l'ultimo risale al biennio 2002/04), e di una istituzione indipendente per i diritti dei minori, rendono ancora più complessa la programmazione di interventi rivolti ai minori rom" - sottolinea Unicef.
In occasione della giornata di oggi l'Unicef ha realizzato un poster per far conoscere anche ai più piccoli i diritti dei bambini. L'idea è nata dalla necessità di comunicare in maniera semplice e divertente, ai più piccoli e non solo, alcuni princìpi base della Convenzione sui diritti dell'infanzia. "Uguaglianza, salute, istruzione, gioco, identità, partecipazione, disabilità, minoranze, protezione, nutrizione" sono i dieci argomenti trattati in questo poster pieghevole.
Il presidente dell'Unicef Italia, Vincenzo Spadafora, in una lettera inviata ieri al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, e al ministro degli Affari esteri, Franco Frattini, denuncia "tagli pesanti nei fondi della cooperazione da parte del Governo italiano" e chiede urgentemente il ripristino dei fondi a favore dei progetti dell'Unicef per i bambini di tutto il mondo. "Gli 89 milioni di euro previsti per l'aiuto multilaterale nel 2009, un terzo di quanto erogato nel 2008, comporterebbero un taglio senza precedenti ai fondi Unicef per l'infanzia, ponendo l'Italia al penultimo posto, nell'ambito del G8, nella graduatoria dei Governi donatori Unicef, con conseguenze enormi sulle attività che l'Unicef realizza a favore dei bambini di tutto il mondo" - afferma Spadafora.
Sostenuta da 31 Premi Nobel per la Pace, l'ong Save the Chidren chiede ai governi di garantire l'istruzione ai bambini in paesi i guerra. "Negli ultimi 15 anni - riporta Save the Chidren - l'80% delle vittime civili delle guerre sono stati donne e bambini. Almeno 2 milioni di bambini sono morti uccisi dal fuoco delle armi e 6 milioni sono stati feriti, resi disabili o hanno subito traumi psicologici, obbligati ad assistere a terribili atti ed episodi di abusi e violenze. Si stimano in 22 milioni i minori profughi e sfollati a seguito di guerre. L'iniziativa si inserisce nell'ambito della campagna internazionale "Riscriviamo il futuro", grazie alla quale Save the Children ha permesso finora a 6 milioni di minori di andare a scuola e di ricevere un'educazione di miglior livello in nazioni afflitte dalla guerra.
In Colombia le associazioni della società civile denunciano il reclutamento forzato di 14mila bambini soldato da parte dei gruppi armati legali e illegali e le massicce esecuzioni extragiudiziarie di giovani e adolescenti dei settori popolari da parte dell'Esercito di Stato - riporta a Unimondo Cristiano Morsolin. Nella periferia violenta di Bogotà, Alto de Caduca si terrà oggi un'udienza - col patrocinio del presidente della Comissione Diritti Umani del Senato colombiano, senatore Alexander Lopez - promossa dalla Fondazione per l'Educazione e lo sviluppo FEDES, appoggiata dall'Ong italiana Movimento Laici per l'America Latina - MLAL. La direttrice FEDES, Hilda Molano, sottolinea che "Cazuca è un luogo nevralgico per la connessione con il sud ed oriente del paese verso Venezuela". E' una zona oggetto di megaprogetti per lo sfruttamento minerario, che concentra numerosi interessi, a cui si somma tutta la problematica sociale di affari illegali come droga, traffico armi, prostituzione. "In particolare le bambine vengono utilizzate dai vari gruppi armati nella prostituzione infantile e per trasportare armi, fenomeno che si e' aggravato negli ultimi anni. L'obiettivo dei paramilitari è che i bambini si convertano in 'raspacines', raccoglitori di foglia di coca" - nota Hilda Molano.
L'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, Navi Pillay, ha affermato il 1 novembre scorso che le esecuzioni extra-giudiziali in Colombia sono ormai diventate una pratica "sistematica e diffusa", il che potrebbe causare un intervento della Corte Penale Internazionale, se le autorità del paese non riescono a controllare il fenomeno. "Stiamo osservando e mantenendo un registro delle esecuzioni extra-giudiziali, e sembra proprio che questa pratica sia sistematica e diffusa", ha detto Pillay, al termine di una missione di cinque giorni in Colombia. Secondo la responsabile dell'Onu, "un delitto diventa crimine contro l'umanità se diventa diffuso e sistematico contro la popolazione civile". Se inoltre non è messo sotto controllo dalle autorità, "allora il Tribunale Penale Internazionale avrebbe il potere e l'autorità necessari per intervenire". Durante la missione in Colombia Pillay si è incontrata con i rappresentanti di un centinaio di Ong ed esponenti della società civile che le hanno presentato un documento unitario (in .pdf)- conclude Cristiano Morsolin. [GB]