Giornata del commercio equo: diritto al cibo e appello ai candidati per le europee

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Si celebra oggi, 9 maggio, il 'World Fair Trade Day', la 'Giornata mondiale del commercio equo e solidale' promossa dalla 'World Fair Trade Organization' (Wfto). Un "Big Bang" di feste ed eventi farà esplodere il pianeta con oltre 500 appuntamenti in più di 70 Paesi che iniziano all’alba ad Auckland e si concludono a Samoa passando per Africa (18 iniziative), Asia (90), Europa (200), Nord America (57), Sud America (6), Oceania (16).

Il 'World Fair Trade Day' è un invito a diventare la voce di un cambiamento positivo, attraverso la partecipazione agli eventi locali e globali che uniscono gente di tutto il mondo. Tra gli "ambasciatori" dell’edizione 2009 figurano la banda di percussionisti STOMP, che insieme a Paul McCartney ex Beatles, Annie Lennox anima degli Eurytmics, Desmond Tutu e altre decine di personaggi, hanno deciso di offrire il loro volto per il commercio equo.

Numerosi gli eventi anche in Italia dove CtmAltromercato dedica la giornata alla sovranità alimentare e agricoltura sostenibile. In particolare CtmAltromercato festeggia a Roma la giornata mondiale del commercio equo e con la campagna "Diritto al cibo", promuove la "sovranità alimentare" cioè il diritto delle persone al cibo come strettamente legato al diritto dei popoli, delle comunità e dei Paesi di definire le proprie politiche agricole, alimentari e di lavoro in modo ecologicamente, socialmente, economicamente e culturalmente appropriato alle proprie situazioni specifiche.

Con la campagna "Diritto al cibo", CtmAltromercato vuole informare i cittadini sulle cause della nuova fame nel mondo, cercando di "fare luce sui meccanismi economici e sulle scelte politiche che limitano l'accesso al cibo di 850 milioni di persone e porta sulle nostre tavole un cibo sempre più costoso, meno sicuro e ingiusto". E coinvolgere i cittadini in azioni concrete che permettano a tutti di divenire, insieme, i protagonisti del cambiamento. "Noi, in quanto consumatori, abbiamo un grande potere. Comprando i prodotti del commercio equo e sodidale dichiariamo apertamente da che parte stiamo: sosteniamo i piccoli produttori del Sud del mondo e un sistema agricolo globale fatto di contadini proprietari delle loro terre, dotati dei mezzi per coltivarle in armonia con l’ambiente e capaci di ottenerne sia prodotti per l’esportazione che cibo per la propria alimentazione" - afferma CtmAltromercato.

Anche Agicese Fairtrade Italia promuovono numerosi eventi e in occasione della giornata mondiale le due associazioni lanciano un appello ai candidati al Parlamento Europeo per chiedere loro di sottoscrivere un impegno concreto "a battere la crisi con regole e prodotti più giusti e più solidali". Lo stesso impegno pubblico verrà proposto ai candidati di altri 20 paesi dell’Unione Europea dove il commercio equo e solidale porta avanti da almeno 40 anni il suo lavoro di sensibilizzazione e di cambiamento delle regole, della produzione e dei consumi. L’elenco dei candidati europei che accetteranno di sottoscrivere l’impegno verrà pubblicato sui siti delle due organizzazioni e verranno realizzati incontri con i gruppi parlamentari e i parlamentari interessati a promuovere il proprio impegno.

Nei giorni scorsi la Commissione europea ha adottato una comunicazione che riconosce "il valore del commercio equo e solidale e l'importanza delle ong impegnate in questo settore, riconoscendo ufficialmente i progressi compiuti e il sostegno dei consumatori". Il mercato del commercio equo e solidale in Europa è cresciuta di circa il 70% dal 1999, quando la Commissione ha adottato la sua ultima comunicazione in merito, e vale, nella vendita al dettaglio, circa 1,5 miliardi di euro. Un dato che indica che le difficoltà finanziarie non sembrano scoraggiare le aziende che sempre di più propongono referenze di commercio equo e solidale.

Come riporta una recente indagine internazionale commissionata dalla Fairtrade Labelling Organizations International (FLO) i consumatori si aspettano da parte delle aziende più attenzione ed eticità nella gestione del rapporto con i produttori dei paesi in via di sviluppo e chiedono un nuovo modello di commercio in cui la giustizia e l'equità diventino parte integrante degli scambi. [GB].

Per saperne di più: la Guida di Unimondo al "Commercio Equo e Solidale"

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