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Genova G8 Diaz: impunità e vergogna per l'assoluzione di De Gennaro
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"Si è cercato e ottenuto l'impunità, soprattutto ai gradi più elevati della scala gerarchica, e sono state concesse scandalose promozioni ai dirigenti di grado più alto imputati a Genova". E' il duro commento del Comitato Verità e Giustizia per Genova alla sentenza- avvenuta solo dopo un quarto d'ora di camera di consiglio - del gup di Genova Silvia Carpanini che ha assolto per "non aver commesso il fatto" l'ex capo della Polizia, Gianni De Gennaro, e l'ex dirigente della Digos di Genova. Spartaco Mortola, accusati di aver indotto alla falsa testimonianza l'ex questore di Genova, Francesco Colucci, in merito alle violenze della Polizia nell'irruzione nella scuola Diaz durante il G8 di Genova del 2001. Lo scorso luglio i pm Enrico Zucca e Francesco Cardona Albini avevano chiesto due anni di reclusione per De Gennaro e un anno e quattro mesi per Mortola.
"L’ex capo della Polizia e un vice questore sono stati scagionati dall’accusa di avere spinto l’ex Questore di Genova a testimoniare il falso nel processo per le violenze, i falsi e gli arresti ingiustificati alla scuola Diaz. Ne prendiamo atto. Ma la sostanza non cambia: i testi delle intercettazioni si commentano da soli" - commenta il Comitato Verità e Giustizia per Genova. "Forse non sono sufficienti a costituire una prova sotto il profilo penale, ma sono in perfetta sintonia con la condotta tenuta dai vertici della Polizia di stato nei processi seguiti al G8 di Genova: rifiuto di assumersi le proprie responsabilità davanti ai cittadini; rifiuto di collaborazione con i magistrati; ostacoli sistematici al corso della giustizia. I pm al processo Diaz hanno parlato di comportamento omertoso del vertice di Polizia".
"Nei soli processi per Diaz e Bolzaneto - continua la nota del Comitato - sono comunque arrivate 29 condanne, a riprova - se mai ve ne fosse bisogno - delle brutalità e degli scempi compiuti da uomini in divisa nel luglio 2001. In aggiunta la Corte Europea per i diritti dell’uomo ha condannato lo stato italiano a risarcire la famiglia di Carlo Giuliani, ucciso da un carabiniere assolto senza processo. Come cittadini ci vergogniamo per questo degrado morale e civile, e per le protezioni garantite da tutti i governi che si sono succeduti, ma chi ha avuto e mantiene ruoli di responsabilità ai vertici della polizia di stato, anche se assolto, dovrebbe arrossire molto più di noi".
L'ex capo della Polizia, Gianni De Gennaro - che in seguito è stato nominato capo di Gabinetto del Ministero dell'Interno e che dal maggio 2008 è Direttore del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza - non era presente alla lettura dela sentenza, mentre era in aula Spartaco Mortola. Secondo le accuse dei pm, De Gennaro e Mortola avevano spinto l'ex questore di Genova a rendere falsa testimonianza ai giudici genovesi in merito all'invio dell'ex responsabile delle comunicazioni della polizia Roberto Sgalla alla scuola Diaz la notte della sanguinosa irruzione nel luglio del 2001, durante il vertice G8. Colucci avrebbe sostenuto in un primo tempo di avere ricevuto da De Gennaro l'ordine di inviare Sgalla alla scuola Diaz, per poi negare tutto in un secondo tempo. Fu una telefonata tra Mortola e Colucci intercettata dagli inquirenti a dare avvio all'inchiesta-stralcio.
Secondo Laura Tartarini, avvocato di parte civile nel processo come legale di una delle persone picchiate e arrestate durante l'irruzione alla Diaz, la sentenza "non ci stupisce. Ma non si capisce dove, come e perché il questore abbia deciso di fare una falsa testimonianza senza essere indotto. Ci sono intercettazioni telefoniche dove Mortola istruisce Colucci; come il giudice possa aver ritenuto che non ci fossero le prove di induzione alla falsa testimonianza lo scopriremo nelle motivazioni".
Per l'allora portavoce del Genoa Social Forum, Vittorio Agnoletto, "Era prevedibile l’assoluzione di uno degli uomini più potenti d’Italia, depositario di molti dei segreti della storia del nostro Paese negli ultimi 25 anni, sempre sostenuto dalla stragrande maggioranza degli schieramenti politici, a destra come a sinistra e le felicitazioni bipartisan espresse in queste ore lo dimostrano". "Forse era davvero utopico, con il pesante clima intimidatorio che si respira in Italia - sottolinea Agnoletto - aspettarsi che un solo giudice si assumesse la responsabilità di condannare il direttore del Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza. Singolare poi l’applicazione preventiva del ddl intercettazioni, furono proprio le intecettazioni a dare tra l’altro avvio proprio a quest’inchiesta: i giudici le hanno ignorate, come se quelle conversazioni non avessero mai avuto luogo!".
Proseguono il loro iter gli appelli delle altre tre principali inchieste: è attesa per domani la sentenza di secondo grado per i venticinque presunti black-block accusati di devastazione e saccheggio. Il 20 ottobre, prenderà il via l’appello per le violenze di Bolzaneto, mentre esattamente un mese dopo si celebrerà il processo di secondo grado per l’assalto della Polizia alla scuola Diaz.
Nel luglio del 2008 il Tribunale di Genova ha inflitto in primo grado 15 condanne, su 45 richieste dai Pm, per le violenze compiute dalle Forze dell'ordine nella caserma della Polizia di Bolzaneto durante il G8 del 2001 a Genova. Dopo undici ore di camera di consiglio, sono stati comminati complessivamente 24 anni di carcere, contro i 76 anni richiesti dai Pm genovesi, ma con la prescrizione e l'indulto, nessuno dei condannati finirà in carcere e i reati saranno prescritti nel 2009. I Pm avevano documentato "trattamenti inumani, crudeli e degradanti", definibili come tortura che però non esiste come reato nel nostro ordinamento.
Per quanto riguarda invece le violenze della Polizia nell'irruzione alla scuola Diaz, lo scorso novembre il Tribunale penale di Genova ha comminato una condanna massima di quattro anni - di cui tre condonati - al capo del Settimo nucleo Mobile di Roma dell'epoca, Vincenzo Canterini, e tre anni ai suoi sottoposti Fabrizio Basili, Ciro Tucci, Carlo Lucaroni, Emiliano Zaccaria, Angelo Cenni, Fabrizio Ledoti e Pietro Stranieri, accusati di lesioni aggravate in concorso. Il vice di Canterini, Michelangelo Fournier - colui che solo dopo sei anni si era "ricordato" di ciò che aveva visto defindendolo "macelleria messicana" - è stato condannnato a 2 anni di reclusione. Tre e due anni di carcere sono stati comminati rispettivamente a Pietro Troiani e Michele Burgio, colpevoli di aver portato all'interno dell'edificio due bottiglie molotov, attribuendole ai manifestanti che dormivano all'interno. [GB]