Genova G8 Diaz: condannati i vertici della Polizia, siano rimossi dall'incarico

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"Le dimissioni o la sospensione dagli incarichi sono una questione di lealtà ai princìpi della democrazia, oltre che l’unico segnale chiaro da inviare a tutti i cittadini affinché episodi del genere non si ripetano. E attendiamo ancora le scuse da parte dei vertici dello Stato". Così il Comitato Verità e Giustizia per Genova ha commentato la sentenza della Corte d'appello di Genova (qui in .pdf) che ha riconosciuto le responsabilità di 25 tra agenti e dirigenti della Polizia per i violenze commesse durante il G8 di Genova ai danni di decine di persone presso la scuola Diaz.

I giudici della Terza sezione della Corte d'Appello di Genova hanno ribaltato la sentenza di primo grado per i disordini e l'irruzione alla scuola Diaz del luglio 2001 a Genova. Tutti i vertici della Polizia che erano stati assolti hanno subito condanne comprese tra 3 anni e 8 mesi e 4 anni unitamente all'interdizione dai pubblici uffici per 5 anni. Nel complesso le pene superano gli 85 anni. In totale sono stati condannati 25 imputati sui 27.

"Ci sono voluti nove anni e due sentenze, ma alla fine il tribunale di Genova ha dato forma giuridica a una verità storica che già conoscevamo - riporta la nota del Comitato Verità e Giustizia per Genova: alla scuola Diaz il 21 luglio 2001 furono violati i corpi, le leggi, la Costituzione, l’idea stessa dello stato di diritto. Un orrore incompatibile con la nozione di democrazia. Perciò la sentenza di mercoledì sera, con le condanne che colpiscono per intero la catena di comando, è importante e preziosa: ripristina un principio di verità e di equità, può essere un punto di risalita per le istituzioni".

Anche l'Associazione Giuristi Democratici esprime "viva soddisfazione" per l'esito della sentenza relativa alla vicenda "Diaz" di Genova. "Iin primo luogo, perché ristabilisce principi di legalità, che rischiavano di essere messi in dubbio, nei comportamenti dei Pubblici Ufficiali nei confronti dei privati cittadini, comportamenti che avevano gravemente umiliato l'Italia, a livello internazionale" - riporta la nota. "In secondo luogo, perché quella sentenza ha riconosciuto il diritto dell' Associazione, costituita parte civile con la propria sezione di Genova in quel processo, ad un risarcimento del danno subito, a seguito dell'incredibile comportamento tenuto dagli agenti intervenuti, da parte di uno degli imputati e del Ministero dell'Interno. Pagina storica per la giustizia, che ristabilisce, almeno in parte, la fiducia dei cittadini nelle istituzioni".

Dello stesso parere Amnesty International: "Questa decisione porta verità e giustizia alle vittime, alle loro famiglie e alle organizzazioni che in questi nove anni le hanno sostenute" - riporta la nota della sezione italiana dell'associazione. "Il dispositivo della sentenza di appello non solo conferma e inasprisce le condanne nei confronti degli agenti giudicati colpevoli in primo grado, ma amplia il riconoscimento delle responsabilità penali ai loro dirigenti. Ne emerge una conferma del quadro già allarmante ricostruito in primo grado: gravi violazioni (tra cui lesioni gravi, arresti illegali, falso e calunnia) furono commesse a Genova da agenti di polizia e dai loro responsabili nei confronti di decine di manifestanti inermi, aggrediti mentre si trovavano in un luogo di riparo notturno al termine delle manifestazioni indette in occasione del G8.

"Ma - sottolinea la Sezione Italiana di Amnesty International - in questi nove anni non c'è stata alcuna parola forte di condanna da parte delle istituzioni per il comportamento tenuto dalle forze di Polizia nel luglio 2001 a Genova. Il riconoscimento delle responsabilità penali di dirigenti di Polizia per i fatti della scuola Diaz rende ancora più urgente che le istituzioni coinvolte si interroghino sul fallimento nella gestione dell'ordine pubblico a Genova nel luglio 2001 e sulle gravi e molteplici violazioni dei diritti umani commesse in pochi giorni nei confronti di centinaia di persone".

"Quanto accaduto alla scuola Diaz potrebbe ripetersi se le autorità non diranno a chiare lettere che le violazioni dei diritti umani da parte delle forze di Polizia non sono tollerate e non assumeranno le necessarie misure di riforma dei meccanismi che a Genova non garantirono sicurezza e protezione dei diritti fondamentali di tutti" - ha affermato l'associazione. Amnesty International rinnova la richiesta alle autorità italiane di introdurre il reato di tortura e di istituire un meccanismo indipendente per accertare le responsabilità delle forze di Polizia e dare attuazione a tutte le raccomandazioni degli organismi internazionali, incluse quelle sull'identificazione delle forze di polizia durante le operazioni di ordine pubblico".

Vittorio Agnoletto, portavoce del GSF (Genoa Social Forum) nel luglio 2001 a Genova, si associa alla richiesta del Comitato Verità e Giustizia per Genova. "Ora tutti i condannati devono essere immediatamente rimossi dai loro incarichi ed essere espulsi dalla Polizia. Non è accettabile che la difesa della Costituizione, della libertà e della sicurezza dei cittadini sia affidata a chi è stato riconosciuto responsabile dal tribunale di reati estremamente gravi".

"Con la condanna dei massimi dirigenti della Polizia presenti quella notte davanti alla Diaz il tribunale ha riconosciuto le responsabilità della catena di comando di chi ordinò, senza alcun motivo, l’assalto alla scuola Diaz. Ora,conseguentemente, il governo dovrebbe rimuovere chi allora era ai vertici della Polizia e non poteva non sapere cosa i suoi immediati sottoposti stavano facendo" - conclude Agnoletto.

"Alcuni dirigenti sono stati invece addirittura promossi e oggi si trovano a coprire incarichi delicati e di altissimo livello con il peso di condanne di secondo grado molto gravi e in aggiunta l’interdizione dai pubblici uffici" - evidenzia ancora il Comitato Verità e Giustizia per Genova.

Tra questi l'ex capo della Polizia, Gianni De Gennaro - che in seguito è stato nominato capo di Gabinetto del Ministero dell'Interno e che dal maggio 2008 è Direttore del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza. Martedì comincia il processo d'appello per Gianni De Gennaro che deve rispondere dell'accusa di istigazione al falso davanti ai giudici della seconda sezione. Secondo la procura avrebbe indotto a mentire Francesco Colucci che era questore di Genova negli luglio 2001 e che avrebbe "aggiustato" la sua testimonianza in aula per evitare di coinvolgere in qualsiasi modo il suo superiore. In primo grado De Gennaro era stato assolto perché "non c' erano prove sufficienti della sua colpevolezza" - e con lui Spartaco Mortola, altro imputato che aveva scelto il rito abbreviato.[GB]

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