Genetica: staminali 'adulte', buona notizia anche per la Lav

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"La prospettiva di utilizzare tessuti umani adulti per ottenere cellule staminali dal comportamento embrionale è una buona notizia anche per gli animali, che vengono utilizzati e uccisi massicciamente per ottenere cellule dai loro embrioni. Embrioni che, peraltro, vengono prelevati uccidendo le mamme gravide, e che non godono di alcuna protezione secondo la normativa vigente, pertanto vengono utilizzati senza alcuna regolamentazione". Così la Lav commenta la notizia dei risultati ottenuti, parallelamente, dagli studi dell'Università di Kyoto, in Giappone, e dell'Università del Wisconsin-Madison (USA), che hanno "riprogrammato cellule di pelle umana, facendole regredire fino a renderle simili alle cellule staminali embrionali umane" molto ambite nella ricerca perché sono particolarmente plastiche, ovvero hanno la capacità di trasformarsi in qualsiasi tipo di cellula (del cuore , del fegato, etc), a seconda dell'impiego che se ne vuole fare.

L'importante risultato è stato ottenuto da due gruppi di ricerca indipendenti che hanno pubblicato le loro scoperte contemporaneamente su due prestigiose riviste scientifiche. La notizia ha suscitato interesse nel mondo della ricerca non solo perché si tratta di un passo avanti importante della scienza, ma perché potrebbe segnare una svolta nel dibattito etico e politico su questi temi. Finora le cellule staminali embrionali potevano essere ottenute utilizzando embrioni (già esistenti o creati allo scopo con le normali tecniche di fertilizzazione), oppure attraverso la clonazione terapeutica, ovvero inserendo il nucleo di una cellula adulta in un ovocita svuotato del patrimonio genetico. In realtà, quest'ultima tecnica sugli esseri umani non è stata mai documentata. In ogni caso, si tratta di due strade che hanno suscitato l'opposizione di una parte della società.

"Nonostante questi studi siano ancora agli inizi, la prospettiva futura di poter sempre più utilizzare cellule umane per la ricerca e lo studio delle malattie, e per la sperimentazione di farmaci e terapie, rappresenta un grande passo avanti verso l'abbandono dell'uso di animali in laboratorio, inattendibile dal punto di vista scientifico e etico, ma ancora troppo radicato metodologicamente, e che condanna a morte oltre 12 milioni di animali, nella sola Unione Europea" - prosegue il comunicato della Lav. Per il presente, invece, l'associazione anti-vivisezione auspica uno sforzo delle istituzioni e del mondo della ricerca affinché si faciliti l'accesso all'utilizzo di tessuti umani, già disponibili perché provenienti da materiale che normalmente verrebbe scartato (ricavato da biopsie, interventi chirurgici, etc.) promuovendo l'istituzione di biobanche per la loro conservazione e distribuzione.

La LAV ricorda, ancora, l'impegno assunto dalla Coalizione di Governo nel proprio Programma, in favore della progressiva abolizione della sperimentazione animale e della promozione di metodi alternativi, sollecitando il varo urgente del Piano Nazionale per la progressiva abolizione dei test su animali, la promozione dei metodi alternativi e il varo dell'Istituto Italiano per i Metodi Alternativi collegato ai Ministeri della Salute e della Ricerca, e, infine, la petizione nazionale per la revisione della Direttiva Europea 86/609 sulla sperimentazione animali, che prevede alcune misure per incentivare l'impiego di metodi alternativi, a favore di una ricerca eticamente sostenibile e scientificamente affidabile.

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