Gaza: ancora raid arei israeliani, nuovi appelli al cessate il fuoco

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Mentre l'aviazione israeliana per il settimo giorno consecutivo ha continuato oggi a bombardare la Striscia di Gaza, Amnesty International ha reiterato la richiesta di una "fine immediata degli attacchi illegali e sconsiderati d'Israele contro le aree residenziali e densamente popolate di Gaza". "Il drammatico computo dei morti rischia di aumentare a causa della mancanza di cure mediche adeguate per le centinaia di persone rimaste ferite. Il settore sanitario di Gaza era già a corto, in tempi normali, di attrezzature, medicine e professionisti e la situazione è peggiorata a causa del blocco israeliano a tal punto che non è possibile occuparsi di un così grande numero di feriti" - riporta il comunicato di Amnesty International.

"È profondamente inaccettabile che Israele continui di proposito a privare un milione e mezzo di persone del cibo e di altri prodotti di prima necessità. Questa politica non può essere giustificata da motivi di sicurezza o di altro genere e deve cessare immediatamente" - ha sostenuto Amnesty. "Israele deve consentire agli operatori delle agenzie internazionali umanitarie e per i diritti umani di entrare immediatamente e in condizioni di sicurezza a Gaza". L'associazione ha inoltre chiesto ancora una volta ad Hamas e agli altri gruppi armati palestinesi di "smetterla coi lanci indiscriminati di razzi contro le città e i villaggi del sud d'Israele, che negli ultimi tre giorni hanno provocato due morti e diversi feriti tra la popolazione civile israeliana".

L'associazione 'Un ponte per...' - che già nei giorni scorsi ha condannato i raid aerei israeliani sulla Striscia di Gaza - pur condannando tutti i crimini di guerra afferma in un nuovo comunicato che "non è possibile né accettabile stabilire una simmetria tra i razzi Kassam, che in 8 anni hanno ucciso 20 israeliani, con la marea di fuoco e "piombo fuso" dell'attacco militare israeliano in corso, che in un solo giorno ha fatto più di 350 morti e oltre 1000 feriti". "La tragedia si aggiunge a 2 anni di assedio in cui Gaza è stata tagliata fuori dal resto del mondo producendo la più grave crisi umanitaria dall'inizio dell'occupazione israeliana la maggioranza della popolazione della striscia sotto la soglia di povertà". L'associazione invita a partecipare alle manifestazioni di protesta contro i bombardamenti, a sostenere gli attivisti di che rompono l'assedio di Gaza e ad aderire alla resistenza nonviolenta della società civile palestinese e dei pacifisti israeliani attraverso il disinvestimento e il boicottaggio.

Il presidente nazionale delle Acli, Andrea Olivero, rinnova l'appello "a tutti per il cessate il fuoco immediato, perché si torni a ragionare e non a combattere". "La vera questione da porsi non è di chi sono le colpe o le ragioni, ma chi sono oggi le vittime" - ha affermato Olivero dalla Terra Santa dove si trova in questi giorni per seguire alcuni progetti delle Acli a sostegno alla popolazione. "Questo deve essere detto con chiarezza: oggi nella Striscia di Gaza c'è una popolazione che subisce bombardamenti indifferenziati. Le guerre e le operazioni chirurgiche non esistono. Quando si lanciano bombe dal cielo si uccidono i civili come i militari combattenti". "Un appello particolare va fatto a Israele - aggiunge il presidente nazionale delle Acli - che da Paese democratico qual è ha una responsabilità in più nel cercare con ogni mezzo la pace e nel portare avanti una trattativa con metodi certamente rigorosi, che non possono però essere le bombe lanciate dal cielo".

Anche Pax Christi Italia nei giorni scorsi ha sollecitato tutte le parti in conflitto a "fermarsi subito" e ha invitato "a valutare criticamente le analisi spesso falsate dei media nazionali". "La maggiorparte dei media italiani in questi giorni hanno purtroppo mascherato una folle e premeditata aggressione - e soprattutto l'insopportabile contesto di un assedio da parte di Israele che per mesi ha ridotto alla fame un milione e mezzo di persone - scegliendo accuratamente alcuni termini ed evitandone altri" - denuncia Pax Christi.

Intanto, Vittorio Arrigoni, l'unico italiano rimasto nella Striscia di Gaza, e altri sette volontari stranieri dell'International Solidarity Movement (Ism) hanno deciso di non abbandonare il Territorio palestinese, nonostante il via libera all'evacuazione dato dall'esercito israeliano. "Da qua non ci schiodiamo, invece di aprire i varchi per farci uscire perché, invece, non fanno entrare i medici internazionali?" - ha dichiarato alle agenzie Arrigoni. "Se restiamo qui - ha aggiunto - almeno possiamo testimoniare cosa accade e forse sarà un deterrente per l'esercito israeliano che da giorni assedia quest'area". Il volontario italiano ha denunciato ai media che "Checchè vadano ripetendo i comunicati diramati dai vertici militari israeliani, e ripetuti a pappagallo in Europa e Usa dai professionisti della disinformazione, sono stato testimone oculare in questi giorni di bombardamenti di moschee, scuole, università, ospedali, mercati, e decine e decine di edifici civili". "La situazione è davvero da catastrofe innaturale, un cataclisma di odio e cinismo piombato sulla popolazione di Gaza come piombo fuso, che fa a pezzi corpi umani, e contrariamente a quanto si prefigge, compatta i palestinesi tutti, gente che fino a qualche tempo fa non si salutava nemmeno perchè appartenenti a fazioni differenti, in un corpo unico".

Secondo l’ultima stima riportata dall'agenzia Misna sono almeno 425 i palestinesi uccisi e circa 2200 i feriti vittime dell’offensiva israeliana nella Striscia di Gaza. [GB]

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