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G8: impegni per l'Africa su conflitti, ogm e aids
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Si avvia alla conclusione il vertice insulare dei G8 in Georgia che ha visto la prima giornata dedicata alle crisi regionali e dunque, soprattutto all'Iraq. La Casa Bianca ha portato avanti il suo principale obiettivo, ovvero il lancio dell'iniziativa per la democrazia e le riforme nel Grande Medio Oriente, un'area geografica che si estende dll'Afghanistan al Nord Africa. La giornata è stata densa di incontri bilaterali che si sono svolti a margine di due sessioni plenarie e di una colazione di lavoro, che ha visto anche la presenza dei leader di Afghanistan, Bahrain, Yemen, Turchia, Giordania e Algeria. All'incontro ha partecipato che il nuovo presidente ad interim iracheno, Ghazi al Jawad, che ha poi incontrato da solo il presidente George W. Bush . Nella cittadina di Brunswick si è svolto un piccolo corteo che ha tenuto commemorazioni a due momumenti ricordando i caduti americani sia militari che civili per costruire l'impero degli Stati Uniti, chiedendo la fine dell'occupazione dell'Iraq. Più di 30 gruppi hanno partecipato alle iniziative alternative al G8 in rappresentanza dell'intera società civile internazionale che secondo Yolanda Carrington "critica un metting privato che si tiene su un isola in cui i cittadini non ci possono andare".
Durante il summit i capi di stato hanno discusso un iniziativa per aumentare la capacità di intervento nel dopoconflitto e in particolare in Africa. Tra le proposte ci sarebbe quella di coordinare e aumentare la preparazione delle truppe per le "operazioni di pace", rinforzare i centri di addestramento della polizia e sviluppare il supporto logistico di schieramento. Un piano che viene apprezzato dal Refugees International che rileva che attualmente con l'ultima crisi del Burundi è stato raggiunto il numero di 50,000 operatori in missioni di peacekeeping . Una stima di 7.000 uomini è stata fatta per l'intervento in Sudan e per questo si prevede un aumento del numero totale a 70.000 entro fine anno con un costo di 4 miliardi di dollari. Fra le crisi internazionali di assoluta emergenza è quella del Sudan per cui l'Associazione per i popoli minacciati ha lanciato in occasione del G8 un appello al Segretario Generale dell'ONU Kofi Annan e al Consiglio di Sicurezza per un invio di truppe di pace dell'ONU in Sudan affinché si fermi il genocidio nel Darfur senza aspettare l'illusorio intervento di un contingente dell'Unione africana (AU). L'associazione sottolinea come il governo sudanese impone costantemente nuovi requisiti burocratici per rallentare la fornitura di aiuti alla popolazione oltre che assalire villaggi e a stuprare donne con le milizie da esso stesso sostenute.
Fra i temi chiave degli ultimi dibattiti, la lotta contro la fame e le carestie, la sicurezza alimentare e la produttività agricola. Su questo dibattito ActionAid International denuncia le scelte dei G8 e in particolare di Italia, Germania e Francia per promuovere l'ingresso massiccio del modello biotech in Africa come strumento per la lotta contro la fame e per lo sviluppo sostenibile. Il 15 aprile si è tenuto alla Casa Bianca un incontro preparatorio sul Piano di Azione contro la Fame che ha definito il progetto "Raccolti più forti per persone più sane" (Harder Crops for Healthier Peoples) che, misconoscendo il valore nutritivo delle culture tradizionali, punta a introdurre colture GM vitaminizzate. Tra le strategie tratteggiate per raggiungere quest'obiettivo anche la modifica delle legislazioni africane in tema di brevetti e di ricerca scientifica per meglio tutelare gli interessi delle multinazionali biotech e promuovere la ricerca sugli OGM in Africa. ActionAid International chiede ai G8 di promuovere politiche di sviluppo basate su di un'agricoltura sostenibile e rispettosa delle biodiversità e di rinunciare ad imporre il modello OGM in Africa. A questo Action Aid ha criticato la scelta dell'Italia di aver abbassato del 16,7% gli aiuti pubblici allo sviluppo per poter incrementare il proprio contributo nell'iniziativa del Fondo Globale per la lotta all'AIDS deciso al G8 di Genova. Un comportamento non in linea con quanto sottoscritto durante la Sessione Speciale dell'Assemblea delle Nazioni Unite sull'AIDS che ha riconosciuto la necessità di risorse addizionali per arginare l'epidemia.[AT]
Altre fonti: Rai News 24, Common Dreams, Refugees International, Ass. per i popoli minacciati