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G8: No agli squali del mercato e ai paradisi fiscali?
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"No agli squali del mercato ed ai paradisi fiscali!" Il G8, nelle sue prime dichiarazioni, sembra non usare mezzi termini invocando una supervisione e una regolamentazione finanziaria. Pur abituata a dichiarazioni senza seguito la società civile italiana che anima Terra Futura considera questo un passo avanti. Oggi la sorpresa. Il Governo italiano ha fatto proprio lo scritto “Riformiamo la finanza per un’economia civile e solidale” per definire i nuovi “Global legal standards” per l'economia e la finanza mondiale.
Il “dietro le quinte”, Tremonti. In preparazione del summit de L'Aquila, il ministro dell'Economia ha incontrato i promotori del manifesto dimostrando un’inedita disponibilità al dialogo. Non solo. Parteciperà ad un percorso che si svilupperà dall’Aquila sino a fine anno al G20 di Pittsburgh.
Insomma, il Ministro, famoso per i tagli alla cooperazione internazionale e non solo, sembra ora far proprie alcune soluzioni del non profit per sanare i guasti del profit. Sparigliando. Il portavoce del Forum terzo settore nonché Presidente Acli Andrea Olivero puntualizza: “E' apprezzabile il ripensamento di Tremonti riguardo a sue posizioni degli anni scorsi; è evidente che il ministro sta riflettendo sul fatto che quelle regole su cui hanno poggiato fino ad oggi l’economia e la finanza non soltanto non garantiscono sviluppo, ma anche hanno portato a una situazione in cui l’economia è senza prospettive di futuro.
Un’economia a cui è chiesto oggi di allargarsi a contenuti etici, annullando finalmente la contrapposizione tra sviluppo ed etica. Noi realtà del terzo settore siamo consapevoli del nostro possibile ruolo in tal senso e abbiamo saputo dimostrare in questi anni tutta la praticabilità di percorsi “alternativi” di economia e di sviluppo”. “Anche l’enciclica del papa”, ricorda Olivero, “presentata recentemente in Vaticano evidenzia che «l’economia ha bisogno dell’etica per il suo corretto funzionamento», e sollecita a una “contaminazione” tra mondo profit e non profit invitando ad abbandonare queste strette categorie”.
Cosa dice il manifesto per la riforma della finanza? Quattro cose: mercati finanziari, fiscalità, legalità, sostenibilità.
Si disegna le linee di un'economia e di una finanza alternative alla matrice che ha causato la crisi, a partire da una Governance globale, una nuova Bretton Woods dotata di istituzioni democratiche, poteri e procedure sanzionatorie. Basta “raccomandare” gli evasori, inquinatori, sfruttatori colti in fragrante. Bisogna sanzionare.
Fiscalità. Oggi è a favore della speculazione finanziaria. La proposta chiede che le imprese socialmente responsabili certificate il cui rating di responsabilità duri per almeno un triennio, possano godere di una fiscalità di vantaggio e che le iniziative socialmente e ambientalmente sostenibili siano defiscalizzate.
Legalità. Accelerare le procedure per consegnare alle cooperative sociali i terreni e i beni confiscati alle mafie; abbassare la soglia del tasso usuraio; garantire che le commodities, ossia le materie prime energetiche e alimentari, quelle che hanno avuto un impatto tremendo sulle aree povere del mondo, siano vigilate da un’Authority che ne assicuri la stabilità dei prezzi al fine di evitare effetti così dirompenti.
Infine una Tobin tax sulle transazioni valutarie e finanziarie di brevissimo periodo, quelle a natura speculativa, col cui gettito sarà possibile per dimezzare il miliardo di affamati del pianeta entro il 2015. Altro che “tornare sulla luna”. La sfida è qui sulla terra.
Per noi sarà la sfida del “contagio” - conclude Fabio Salviato, presidente di Banca Popolare Etica sorpreso e cauto per l’attenzione del Governo Italiano intervistato da Unimondo. “Al “no” ai paradisi fiscali sin d’ora conclamato non è corrisposto un netto “si” alla trasparenza e defiscalizzazione. Personalmente trovo difficile che chi ha scritto le regole di ieri sia in grado di autoriformarsi oggi”. Soluzione? “Tenere alta la tensione!”.
Fabio Pipinato