Frontex spende di più per deportare i migranti che per garantire i loro diritti

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Immagine: Centredelas.org

L’Agenzia europea per il controllo delle frontiere aumenta il proprio budget di oltre 2 miliardi in quattro anni. Lo stanziamento per i rimpatri sale alle stelle mentre i fondi per l’Ufficio per i diritti fondamentali non raggiungono lo 0,5% nonostante i numerosi scandali dell’agenzia per il sostegno a pratiche violente e illegali contro migranti e rifugiati

Gli investimenti europei nella sorveglianza e nel controllo delle sue frontiere continuano a crescere in modo esponenziale. In soli quattro anni, dal 2019 al 2022, lo stanziamento di bilancio di Frontex, l’agenzia europea per il controllo delle frontiere, ammonta a oltre 2 miliardi di euro. Il budget per il 2022 ha superato i 750 milioni, il più alto nella storia di questa agenzia, fondata nel 2004 con un modesto budget di poco più di sei milioni di euro per il 2005.

Da allora, Frontex è cresciuta molto e molto rapidamente. È “l’agenzia europea in più rapida crescita”, come vanta sul proprio sito web. Non solo in termini di budget, ma anche di personale, attrezzature, operazioni e funzioni, tra cui spicca la crescente preoccupazione per la deportazione dei migranti. Nel 2020, ha stanziato 46 volte più denaro per le operazioni di rimpatrio che per garantire i diritti fondamentali dei migranti rimpatriati.

La lotta all’immigrazione irregolare assorbe sempre più risorse, anche se i risultati non arrivano ancora e, nel frattempo, Frontex pratica o sostiene pratiche illegali che violano i diritti umani di migranti e rifugiati. Fu questo uno dei grandi scandali che scossero l’agenzia nel 2021 e costrinsero l’allora direttore, Fabrice Leggeri, a dimettersi, messo alle strette insieme ai vertici di Frontex da un’indagine dell’Ufficio europeo per la lotta antifrode (OLAF) per presunte irregolarità sin dalla fine del 2020. Secondo diverse inchieste dei principali media internazionali, i dipendenti di Frontex sono stati coinvolti nei rimpatri illegali di quasi 960 richiedenti asilo, abbandonati in precari gommoni dalla Guardia costiera greca nel Mar Egeo.

Queste sono le principali conclusioni del rapporto Chi vigila il guardiano? Violenza alle frontiere e impunità a Frontex, preparato dal Centre Delàs d’Estudis per la Pau e da Irídia – Centro per la Difesa dei Diritti Umani.

Secondo questa analisi, il grande impulso dell’UE alla sua agenzia per le frontiere è iniziato nel 2018. Da quell’anno fino al 2022, Frontex ha ricevuto quasi 2,4 miliardi dei 3,77 miliardi che è costata dalla sua fondazione. Oppure è la stessa cosa: negli ultimi cinque anni Frontex ha ricevuto il 63% di tutto il denaro che la Commissione europea e gli Stati membri hanno stanziato per l’agenzia nei suoi vent’anni di vita.

È difficile sapere con precisione in cosa spende i soldi questo guardiano europeo, sottolinea questo lavoro. Il suo bilancio 2020 è composto da appena cinque pagine senza molti dettagli, nonostante quell’anno – l’ultimo per il quale esistono dati disaggregati – abbia consumato quasi 460 milioni di euro.

La maggior parte dei costi va alle diverse operazioni – proprie o cooperative – di sorveglianza aerea, marittima e terrestre; formazione e ricerca. Nel 2020 ha stanziato 327,6 milioni, il 71% del suo budget, per questi compiti...

L'articolo di Di Jairo Vargas Martín segue qui

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