Francia: blocco degli sfratti, urgente anche in Italia

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La Francia blocca gli sfratti e propone ai morosi un accordo. Jean-Louis Borloo, ministro francese per la Coesione sociale, ha infatti annunciato la moratoria per gli inquilini morosi ma ''in buona fede'' che non ce la fanno a pagare l'affitto della casa popolare. L'annuncio arriva alla fine della "tregua invernale" che vede Oltralpe il fermo degli sfratti dal 15 ottobre al 15 marzo: sono oltre 35 mila le famiglie che non finiranno per strada in seguito al decreto governativo. Sono infatti circa 35 mila le famiglie che in Francia hanno una causa in corso con i proprietari: tra il 1997 e il 2002 gli sfratti esecutivi sono aumentati del 70% e a fine 2002 state eseguite 7500 espulsioni e più di 260.000 affitti risultavano insoluti. Una situazione drammatica, soprattutto nell'area parigina dove i prezzi degli affitti sono saliti alle stelle, sottolineata dall'attività di associazioni di lotta al diritto alla casa e contro l'emarginazione quali Emmaus e Droit au logement (Diritto alla casa).

"È il primo risultato della Campagna espulsioni zero nata al forum sociale di Mumbai" - commenta Cesare Ottolini dell'Unione Inquilini e coordinatore di International Alliance of Inhabitants. La misura del governo francese è risultata sorprendente anche se in realtà solo transitoria: il dispositivo Borloo prevede un congelamento degli sfratti nell'attesa di una legge di coesione sociale che dovrebbe essere presentata fra qualche mese al parlamento francese. Secondo il ministro ci sarebbero due tipi di inquilini: i ''provocatori disturbatori'', che non pagano l'affitto e che continueranno ad essere espulsi; e quelli ''in buona fede'' che per diversi motivi (perdita del lavoro, indebitamento eccessivo) non possono più pagare. A quest'ultima categoria, il ministro vuole ''dare una seconda possibilità". Il decreto del ministro prevede un contratto nel quale il proprietario (gli istituti case popolari) si impegna a sospendere lo sfratto e l'inquilino indebitato promette di riprendere il pagamento dell'affitto e saldare i debiti. Il governo si impegna a ristrutturare il sostegno economico agli affittuari in difficoltà economiche.

Intanto anche in Italia stanno arrivando numerose notizie di sfratti e sgomberi, tentati o riusciti, durante i quali i senzatetto hanno opposto resistenza e in cui l'Unione Inquilini e altri comitati erano presente o hanno dato la solidarietà: tra esse quelle di Firenze, Milano, Roma, Palermo, Sesto S. Giovanni. "Questi fatti manifestano l'aggravamento della sofferenza abitativa, ma anche la crescita della volontà di opporsi sulla base del riconoscimento del diritto alla casa come diritto umano inalienabile" - commenta Ottolini. "Stante il taglio del settore abitativo sociale, l'impossibilità dei comuni di offrire risposte soddisfacenti anche se coadiuvati dal privato sociale, l'aumento della voracità parassitaria, che ormai trova prede quasi solo nel settore immobiliare, questi episodi potranno soltanto aumentare". Il blocco degli sfratti entra tra i temi delle prossime elezioni anche in Italia: a Padova va registrato un accordo tra il centrosinistra e Rifondazione sulla base dell'opzione "sfratti zero".

La Campagna internazionale "Sfratti zero!", lanciata dall'International Alliance of Inhabitants durante il WSF di Mumbai, sta prendendo piede anche in Europa. Lo dimostra il doppio risvolto, istituzionale e di movimento, assunto in Francia a partire dal 15 marzo scorso, scadenza della "tregua invernale" degli sfratti. Da una parte le associazioni di abitanti, in particolare il Droit au logement (DAL), si oppongono duramente agli sgomberi e autorequisiscono gli alloggi sfitti, dall'altra va evidenziato il nuovo movimento dei "comuni liberi dallo sfratto", che conta già una ventina di municipalità coordinate da Bernard Birsinger, sindaco comunista di Bobigny. Entrambi convergono sulla necessità di agire nuove forme di garanzia della sicurezza abitativa, dalla pratica militante della resistenza agli sfratti, alla ricerca di sostegno nella legalità internazionale, in particolare l'articolo 11 della Convenzione Internazionale sui Diritti economici sociali e culturali che stabilisce l'obbligo dei governi al rispetto del diritto alla casa e al miglioramento delle condizioni abitative. A tale scopo hanno già chiesto al Comitato ONU sugli sgomberi di intervenire. [GB]

Fonte: International Alliance of Inhabitants.

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