Filippine: attentati del governo per avere armi USA

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Il 27 luglio, 300 soldati filippini che avevano piazzato esplosivo C-4 in un gigantesco centro commerciale di Manila, accusavano il governo delle Filippine, uno dei migliori alleati di Washington, di far saltare in aria i propri edifici per attrarre i dollari USA dei finanziamenti militari.

Questi fatti vengono riportati in un articolo di Naomi Klein pubblicato sul quotidiano inglese The Guardian, con rivelazioni che svelano la politica del presidente delle Filippine, Gloria Macapagal Arroyo che con il presidente indonesiano Megawati Sukarnoputri "hanno abbracciato la crociata di Bush come perfetta copertura per le loro brutali operazioni di pulizia nei confronti dei movimenti separatisti che si trovano nelle aree più ricche di risorse: Mindanao nelle Filippine, Aceh in Indonesia".

Gli aiuti militari statunitensi sono passati da 2 milioni di dollari nel 2001 a 80 milioni di dollari all'anno, mentre i soldati e le forze speciali Usa si sono impegnati a Mindanao, per lanciare attacchi contro Abu Sayyaf, un gruppo che la Casa Bianca accusa di avere legami con al Qaida. Le operazioni sono state interrotte a metà febbraio per la sollevazione popolare dopo le rilevazioni di un portavoce del Pentagono che dichiarò la partecipazione attiva e non più sole esercitazioni, operazione vietata dalla costituzione filippina.

Dopo la guerra all'Iraq, il governo filippino con il sostengno americano ha cercato di aumentare la tensione per poter intervenire militarmente e riprendere controllo della regione del Mindanao. Terrorismo di stato e fornitura di armi ai ribelli sono le accuse dei 300 soldati ribelli che hanno terminato il loro "ammutinamento" senza violenza e a cui è stato riconosciuto dai giornali locali e da altri gruppi legati alla Chiesa e avvocati la veridicità delle accuse.

Nel paese viene ricordato il ventesimo anniversario della morte Benigno Aquino (soprannomianto 'Ninoy'), uno dei personaggi che contribuì alla fine della dittattura di Marcos.

L'agenzia Misna riporta che i filippini hanno ricordato 'Ninoy' con varie celebrazioni, mentre il Senato ha approvato ieri sera un progetto di legge per nominarlo 'eroe nazionale' e osservare ogni anno, il 21 agosto, un giorno di festività in suo onore.

'Ninoy' era candidato presidenziale contro Marcos che diventato dittatore lo imprigionò per sette anni per poi finire in esilio negli Stati Uniti per poi tornare a Manila nel 1983 quando fu assassinato mentre scendeva dall'aereo, crimine del quale fu accusato Marcos. Ai suoi funerali parteciparono circa 500mila persone e da quel momento il movimento popolare di opposizione acquistò grande forza. La ribellione alla dittatura ebbe il suo culmine nella 'People Power Revolution' del 1986 che rovesciò Marcos e portò al potere la vedova di 'Ninoy', Corazon Aquino. A tutt'oggi, comunque, i mandanti dell'omicidio del politico non sono stati individuati.

Fonte: Nuovi Mondi Media, Misna.

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