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Europee: vince l'astensionismo con poco dibattito sull'UE
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Sono state le Europee dell'astensionismo: la partecipazione al voto è stata la più bassa mai realizzata fino ad oggi. Il tasso medio europeo di affluenza alle urne si aggira intorno al 44,2%, secondo la proiezione dell'istituto Eos Gallup Europe: fanalino di coda, la Polonia, che non raggiungerebbe il 20%. "Tra i 15 vecchi membri dell'Unione -dichiara il direttore di Eos Gallup Europe- la situazione affluenza è relativamente equivalente a quella registrata nel '99. Il peso della Polonia è considerevole in questa assenza di mobilizatione: è la ragione per la quale il tasso è in diminuzione". I dati sull'affluenza confermano la tendenza in calo dagli anni settanta ad oggi. Altro elemento che emerge da queste ultime consultazioni, è che l'Europa sia stata complessivamente assente dalle valutazioni che hanno determinato le scelte dei votanti, influenzate principalmente da fattori di politica interna.
Secondo un opinionista della rivista "Cafè Babel" l'unica ricetta per invertire la spirale dell'astensionismo è più dibattito europeo. Il fattore più scoraggiante che il cittadino sente è quello di conferire un mandato a qualcuno di chi poi non sentirà più parlare. Per la maggior parte dei cittadini, l'Europarlamento manca, infatti, di visibilità e il suo funzionamento di chiarezza. A Bruxelles dopo l'ultima legislatura traballa la convivenza dei due grandi gruppi politici dei popolari e socialisti stabilita nel 1989 con un "patto d'onore" fra le due formazioni dominanti per alternarsi alla presidenza dell'emiciclo. L'Europarlamento dovrà essere pronto ad adattarsi, magari modificando il numero e l'identità dei gruppi politici al fine di renderli più rappresentativi e transnazionali nel loro approccio ai problemi pubblici. Da luglio 2004 in poi, sedici deputati provenienti da almeno un quinto degli Stati-membri potranno costituirsi in gruppo.
La Costituzione Europea dovrebbe essere varata questa settimana dai capi di Stato e di governo dopo l'ultima riunione della Conferenza intergovernativa a livello di ministri degli Esteri. Molti i punti critici e lacune riportati da "Cafè Babel" con l'esclusione delle identità nazionali rintracciabili dentro gli arcaici stati attuali, un richiamo al militarismo in stile statunitense, l'assenza di una vera Carta dei Diritti Sociali nonostante la battaglia di tutti i sindacati europei. Attac Francia considera che il termine di Costituzione per qualificare questo testo è perfettamente improprio. "Da una parte, perché il processo utilizzato per elaborarlo non ha nulla a che fare con un processo costituente, che supporrebbe l'elezione di un'assemblea costituente. Dall'altra, perché una Costituzione fissa un quadro all'interno del quale possono essere ricondotte le politiche diverse, addirittura contraddittorie. Ciò che ci viene proposto sottoforma di un "trattato costituzionale" assomiglia effettivamente ad una Costituzione per i suoi aspetti istituzionali, ma senza aver rispettato le regole democratiche di un processo costitutivo e s' imparenta ad un manifesto ideologico per il contenuto delle politiche dell'Unione" commenta Attac Francia che ha voluto precisare le controproposte con 21 esigenze europee.
Altre fonti: Euro News, Café babel