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Europee: quali impegni su armi, software e acqua?
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In vista delle elezioni europee del prossimo 12-13 giugno, la Rete italiana per il disarmo ha spedito a tutti i membri italiani del Parlamento Europeo una lettera che chiede un impegno per la creazione di un trattato internazionale che possa controllare rigorosamente il commercio delle armi in accordo con le esistenti norme internazionali a riguardo. Alla lettera è stata allegata la Dichiarazione Scritta trasversale "sul rafforzamento dei controlli UE sull'esportazione di armi e i progressi verso un trattato internazionale sul commercio di armi", che è stata presentata lo scorso 25 febbraio e che da allora è aperta alla sottoscrizione. Intanto l'Italia ha ratificato l'emendamento 1 della Convenzione sulla proibizione o limitazione dell'uso di "alcune armi convenzionali che possono essere considerate eccessivamente dannose o aventi effetti indiscriminati (CCW)", del 10 ottobre 1980, adottato a Ginevra il 21 dicembre 2001. Tra le armi convenzionali eccessivamente dannose sono ricomprese, ad esempio, le mine antipersona (già messe al bando dalla Convenzione di Ottawa). L'Emendemento alla Convenzione, nello specifico, fa un'estensione molto importante: lo scopo è quello di estendere l'applicazione della Convenzione anche "ai conflitti armati non internazionali", come definiti dall'articolo 3 della Convenzione di Ginevra sulla protezione delle vittime di guerra
Nel clima di elezioni europee la Campagna CRIS Italia, piattaforma della società civile italiana verso il Summit della Società dell'Informazione (Tunisi 2005), lancia un appello ai candidati alle europee per dimostrare che esiste esiste un'altra Europa, capace e responsabile, che vuole dare il suo contributo ad uno sviluppo sociale e sostenibile della società dell'informazione. Uno sviluppo che però rischia di essere messo in discussione da un approccio puramente economicista e incentrato unicamente sui principi del "libero" mercato, libero solo per le grosse multinazionali ma non per il singolo, sempre meno cittadino e sempre più semplice consumatore". Per questo CRIS chiede un impegno affinchè venga mantenuto il software un bene comune non brevettabile e libero da altri dispositivi legislativi che ne possano limitare diffusione, studio e ricerca. Inoltre viene chiesto di promuovere una direttiva comunitaria per la tutela del pluralismo informatico nelle pubbliche amministrazioni, negli ambiti istituzionali e di pubblico servizio e nella società civile. Di centrale importanza per CRIS è il potenziare la ricerca pubblica nel suo complesso contrastando la precarizzazione del lavoro cognitivo.
Il Contratto mondiale sull'acqua, nell'intento di stimolare l'assunzione di precise responsabilità da parte del mondo della politica a difesa dei principi del Manifesto del Contratto Mondiale dell'acqua, di ostacolare i processi di privatizzazione e mercificazione della gestione della risorsa idrica, prumuove in occasione delle prossime elezioni Amministrative ed Europee due Manifesti di impegno per i candidati che possono sottoscrivere online i propositi. L'invito del Contratto è di sostenere e diffondere la Campagna scaricando e stampando i due Manifesti o organizzando degli incontri territoriali con i candidati per avviare un confronto sulle linee di indirizzo rispetto alla futura gestione dell'acqua nei rispettivi territori. Tra i punti principali dei due Manifesti c'è il mantenere la gestione pubblica dell'acqua e la ripubblicizzazione del servizio idrico a livello nazionale ed europeo, ivi compresa la ripubblicizzazione della gestione delle "acque minerali" e il divieto di imbottigliamento delle acque di acquedotto. Inoltre viene richiesto l'impegno a sostenere la creazione di un Fondo europeo per l'acqua di rafforzamento della politica delle risorse idriche dei paesi in via di sviluppo, fondate su una gestione democratica e una equa distribuzione in ottemperanza alla risoluzione di cui al punto 3, sganciata dalla Banca Europea per lo sviluppo.
Altre fonti: Contratto mondiale sull'acqua, Campagna CRIS Italia, Rete italiana per il disarmo