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Europee: dischi rossi e verdi per i candidati
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Secondo le Acli molti partiti hanno scelto di candidare per le elezioni europee i leader politici - deputati, senatori, membri del governo - nonostante l'incompatibilità, sancita dalla legge, del loro incarico con il mandato europeo. Questa scelta riduce le elezioni europee a terreno di scontro per i "big" della politica nazionale, mettendo all'angolo i problemi dell'Europa e gli interessi veri dei cittadini. E' per questo motivo che le Acli chiedono ai cittadini di non dare il proprio voto, indipendentemente dal partito o dallo schieramento di appartenenza, a quei candidati che risultino incompatibili con il loro attuale incarico. Per aiutare i cittadini in questa selezione, le Acli mettono sul loro sito l'elenco dei candidati indicando con un disco rosso gli incompatibili e con un disco verde quelli pure incompatibili, che hanno però annunciato da subito pubblicamente o alla redazione il proprio impegno incondizionato - se eletti - a dimettersi dall'attuale incarico optando per il parlamento europeo.
Il Coordinamento Europeo per il Diritto degli Stranieri a Vivere in Famiglia presenta sul proprio sito i risultati della campagna si lobbying verso i candidati alle prossime elezioni del Parlamento Europeo. L'azione del Coordinamento europeo ha come primo scopo ottenere che vengano prese, a livello europeo, misure atte a garantire il diritto a vivere in famiglia agli stranieri residenti in uno Stato dell'Unione. Il suo secondo obiettivo è partecipare alla costruzione di un'Europa democratica e sociale, dove i membri delle famiglie immigrate trovino senza discriminazione il loro posto di cittadini. Fino ad oggi sono state ricevute le risposte di 19 candidati di cui si trovano la versione dettagliata sul in corso/attivita_in_corso.htm sito del Coordinamento. Online è possibile trovare le risposte le 62 risposte di altri candidati nei vari paesi d'Europa tra cui l'Austria, il Belgio, la Francia, la Germania, e la Spagna.In Inghilterra un cuorioso divieto è stato posto dal partito di New Labour che ha chiesto ai suoi candidati di non rispondere a questionari da qualsiasi parte provengano e di qualsiasi argomento trattino.
Intanto Enrico Euli e Riccardo Troisi, due componenti del Subnodo della Rete di Lilliput nazionale hanno scritto una lettera aperta ai candidati espressione della società civile e del Movimento dei Movimenti per chiarire che la scelta di entrare nella politica istituzionale non deve comportare "il rischio che chi compete elettoralmente sia visto anche come portavoce di esperienze composite e plurali come le reti e i movimenti che da sempre hanno scelto di non essere favorevoli alla logica della delega, tanto più se attuata in ambiti partitici ed istituzionali". Nella lettera viene precisato che la Rete di Lilliput crede che "una democrazia non sia veramente tale, se al funzionamento delle istutuzioni non si accompagni la partecipazione consapevole e quotidiana di persone, di reti e di movimenti, anche in piena autonomia, sia dalle rappresentanze istituzionali che dai partiti". Per questo viene chiesto a questi candidati di "fare un passo indietro rispetto ai vostri ruoli nel movimento".
Altre fonti: Coordinamento Europeo per il Diritto degli Stranieri a Vivere in Famiglia, Acli