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Egitto, un governo condizionato dai militari
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"Questo è il governo del popolo e non rappresenta alcuna fazione politica. Abbiamo molte sfide davanti a noi, la situazione è critica e da soli non possiamo farcela. D'ora in poi dobbiamo smettere di parlare di noi e loro, di cristiani, copti e musulmani. Siamo tutti cittadini egiziani." Ha esordito con questo invito all'unità il nuovo primo ministro Hesham Qandil che ha presentato ieri la sua squadra di governo. "Ho scelto i ministri in base alla loro esperienza" ha aggiunto dopo la cerimonia di giuramento alla quale hanno partecipato i trentacinque componenti della nuova squadra di governo, una formazione che riflette il precario equilibrio tra Mohammed Mursi, il neo eletto presidente della Fratellanza Musulmana, e il Consiglio Supremo delle Forze Armate che ha guidato il paese dal giorno della caduta di Hosni Mubarak.
Il cruciale dicastero della Difesa rimarrà nelle mani del general Hussein Tantawi, il capo del Consiglio militare. Alla Cultura continuerà ad esserci Mohamed Saber Arab e alla produzione militare Ali Sabri, entrambi ministri del governo uscente di Kamal el Ganzuri. Riconfermati poi i ministri degli Esteri, Mohammed Kamel Amr, quello delle Finanze, Mumtaz al Said, e le uniche due donne del vecchio governo nominato dai militari. Una di loro, Nadia Zakhary, è una cristiana copta messa a capo del ministero della Ricerca Scientifica. A mantenere un posto di comando sarà anche il premier uscente, nominato consulente del presidente Mursi.
Quattro importanti ministeri saranno poi gestiti da rappresentanti del partito della Fratellanza Musulmana. Per la prima volta negli ultimi cinquant'anni della storia egiziana, la televisione e la radio di stato saranno nelle mani di Salah Abdel Maksoud, l'islamista nominato ministro dell'Informazione. A guidare la Giustizia sarà invece l'ex vicepresidente della Cassazione Ahmed Mekky, che ha già dichiarato che la sua missione "sarà la giustizia per tutti e l'indipendenza della magistratura."
Nessun dicastero invece per i salafiti, gli islamisti su posizioni più conservatrici che avevano ottenuto il 25% dei seggi nelle elezioni parlamentari della scorso ottobre.
Qandil ha creato cinque nuovi ministeri ( tra i quali quello dello sport e della gioventú), ma i ragazzi che hanno combattuto la rivoluzione non sembrano soddisfatti da questa nuova formazione e accusano il premier di non essere un innovatore. "Non è certo un governo dall'aspetto rivoluzionario. Non c'é neanche un giovane e molti ministri lavoravano già con Mubarak" dice un giovane liberale. "Mursi e Qandil non riescono proprio a staccarsi dall'esercito, ma la battaglia che determinerà chi avrà il controllo del paese continuerà" scrive su twitter un attivista di un gruppo rivoluzionario.
Per ora però la squadra di governo si mette al lavoro. L'economia stagna, al Cairo l'elettricità continua da giorni a singhiozzare. E' per questo che tra le prime questioni da affrontare ci sarà necessariamente quella economica. Rimettere in moto il paese non sarà facile e per fare decollare nuovamente l'economia bisognerà anche scegliere in fretta che cosa fare dei sussidi internazionali. Il nuovo governo dovrà infatti decidere se attuare quelle dolorose misure di austerità che, oltre a contribuire alla stabilizzazione delle finanze pubbliche, potrebbero assicurare all'Egitto un aiuto finanziario dall'estero.
Azzurra Merignolo da Nena News